Greenpeace, supermercati italiani senza piano contro monouso



I supermercati italiani non hanno un piano concreto per fare a meno della plastica monouso, aumentare la vendita di prodotti con sistemi di riuso e ricarica e allontanarsi da un modello di business inquinante, basato sul massiccio impiego di imballaggi e contenitori progettati per diventare rifiuti. Lo rivela la classifica "Carrelli di Plastica" - redatta da Greenpeace e ilfattoquotidiano.it.

Di tutte le aziende valutate, soltanto Selex ottiene un risultato intermedio, grazie agli impegni per ridurre la quantità di plastica utilizzata (del 30% entro il 2025) e la volontà di incrementare la vendita di prodotti sfusi o con sistema di ricarica entro il 2025. I punteggi più bassi sono stati fatti registrare dal Gruppo Végé (Bennet, Multicedi, Moderna, GDA, ISA, etc) e Sogegross (Basko, Ekom, Doro, etc) che, oltre a non aver risposto al questionario, mettono a disposizione scarse informazioni sui propri siti web. Conad, il più grande gruppo operante in Italia, non solo non ha risposto al questionario, ma si è classificata agli ultimi posti, racimolando un punteggio di 10,33 punti sui 100 disponibili.

Esselunga è risultata la migliore sulla trasparenza, prerequisito fondamentale per adottare qualsiasi tipo di impegno. Mentre Selex, Coop e Lidl fanno registrare i risultati migliori nella categoria impegni volontari. Esselunga e Lidl sono inoltre le uniche a dirsi favorevoli all'introduzione del deposito su cauzione (o DRS) per i contenitori di bevande. Come dimostrano numerose esperienze in altri Stati europei, il DRS consente di massimizzare la raccolta e facilitare il riciclo: un sistema che in Italia, a causa dell'assenza da oltre un anno del decreto attuativo, non è mai entrato in vigore.









Altre notizie



Attualità