Pniec, 27 mld € per rivoluzionare la mobilità



Quotidiano Energia - L'ultima versione del Pniec contiene numerose conferme ma anche novità rispetto alla precedente bozza sul fronte dei trasporti, che nel prossimo decennio resteranno il primo settore per consumi energetici e investimenti.
 A fronte di consumi finali previsti in calo dai 116,39 mln tep nel 2020 a 103,75 mln tep nel 2030, il Pniec indica infatti per il comparto 39,24 mln tep quest’anno e 35,35 mln tep a fine periodo, e se per l’intero sistema energetico italiano serviranno investimenti per 1.194 mld € (+186 mld € rispetto ai 1.008 mld € dello scenario a politiche correnti), la quota maggiore (759 mld €) andrà ai trasporti (+27 mld € in rapporto ai 732 mld € delle politiche correnti). Il Pniec conferma l’ambizioso target delle rinnovabili nei trasporti, che a fronte dell’obiettivo del 14% al 2030 indicato dalla Red II, porta l’obbligo per i fornitori di carburanti e di energia elettrica al 22%, con una tappa intermedia del 14,4% al 2025. Il contributo delle Fer nel settore salirà così dagli 1,66 mln tep del 2017 a 6 mln tep nel 2030. Più in dettaglio, per i biocarburanti avanzati resta l’intenzione di superare il target della Red II (3,5%) con un obiettivo “intorno all’8%”, che sarà raggiunto per il 75% attraverso il biometano avanzato, che nel comparto sarà di gran lunga la fonte a maggiore crescita nel decennio. Un incremento è previsto anche per gli oli vegetali esausti e grassi animali, che arriveranno al 2,5% al 2030 contro l’1,7% della direttiva. Lato mobilità elettrica, il Pniec conferma in “quasi 6 milioni” il numero complessivo di veicoli elettrici e ibridi plug-in (Phev) ed elettrici puri (Bev) al 2030, ma invertendo le proporzioni rispetto alla vecchia versione: ora si indicano 4 mln di Bev (1,6 mln in precedenza). Previsioni, tuttavia, “legate all’atteso salto tecnologico delle batterie”. Resta fermo anche il contributo dell’idrogeno intorno all’1% del target Fer trasporti, ripartito per lo “0,8% di immissione in rete in miscela con gas naturale tal quale e/o ritrasformato in metano, e 0,2% per uso diretto in auto, bus e treni”. Per lo sviluppo del Gnl, la nuova versione del Pniec conferma defiscalizzazioni per i depositi costieri, tariffe portuali agevolate e finanziamenti per i depositi e i mezzi a gas liquido, ma aggiunge l’intenzione di “rimuovere le barriere, anche autorizzative, all'installazione di infrastrutture per l’erogazione del Gnl sulla rete viaria e all’interno dei porti” e “promuovere la realizzazione di impianti di microliquefazione connessi alla rete gas”. Per la mobilità tradizionale si ribadisce invece “una progressiva riduzione di autoveicoli con motori diesel e benzina”, rivedendo “gradualmente i sistemi fiscali sul trasporto”. Una novità in questo senso è una possibile revisione della tassa di possesso “allo scopo di legare la sua determinazione all’effettivo utilizzo del mezzo”. Per i prodotti petroliferi, le principali azioni previste al 2030 restano la “riconversione a bioraffinerie di raffinerie italiane marginali” e il riutilizzo dei siti industriali, evitando (aggiunge la nuova versione) “spiazzamenti immotivati di personale, attualmente occupato nella tradizionale filiera di estrazione e lavorazione di prodotti fossili e idrocarburi”. Sarà perciò “necessario siglare un patto generazionale”. Nel capitolo sul Pnire, infine, l’ultima versione del Pniec annuncia che “si sta valutando la possibilità di coordinare lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica con i piani di razionalizzazione della rete carburanti”. Dopo le novità generali sul Pniec presentato la settimana scorsa, Quotidiano Energia ha pubblicato approfondimenti sul Piano in materia di fonti rinnovabili e di effetti sul sistema energetico sardo.









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