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Vaia, il bostrico, la siccità: Il dolore delle foreste

Cinque anni disastrosi. Prima l’uragano Vaia, poi gli schianti da neve, infine l’attacco del bostrico aggravato dallo stress idrico delle piante debilitate. Se non piove saranno guai


Davide Pasquali


BOLZANO. Prima Vaia, poi gli schianti da eccessivo carico di neve, a seguire l’invasione del bostrico e infine la siccità. A soffrire dei cambiamenti climatici è soprattutto la natura, in particolare i boschi altoatesini. Se cinque anni fa erano in condizioni se non ottimali quanto meno molto buone, adesso la situazione è al limite del drammatico. Lo hanno chiarito ieri l’assessore provinciale Arnold Schuler e il direttore della ripartizione foreste Günther Unterthiner, nel corso della presentazione dell’Agenda forestale 2030, il documento strategico per la selvicoltura altoatesina volto alla conservazione e allo sviluppo sostenibile dei nostri boschi.

Cinque anni devastanti

Sono stati cinque anni devastanti. Nel 2018 l’uragano Vaia ha distrutto circa seimila ettari di boschi altoatesini. Nei due inverni successivi gli schianti da neve, che hanno interessato in totale seimila ettari. Sull’enorme massa di legname abbattuto si è poi inserito lo sviluppo incontrollato del bostrico tipografo, con esiti drammatici, esplosi soprattutto l’anno scorso, con il concorso della inusuale siccità. Altri seimila ettari andati. E il 2023 non è iniziato nel migliore dei modi.

Siccità persistente

Come chiarisce il caporipartizione Unterthiner, la situazione legata a Vaia, neve e bostrico è ulteriormente peggiorata per via della siccità. «Già nel 2022 - precisa - si sono verificati incendi in un numero e con una frequenza mai vista prima. E nel 2023 la situazione purtroppo non è migliorata. Quest’anno abbiamo già avuto incendi tutt’altro che di piccole dimensioni, conseguenza di questa persistente siccità». L’assenza di precipitazioni rappresenta un problema molteplice. «Con la siccità - va oltre Unterthiner - le piante versano in una situazione di stress idrico, quindi hanno meno resistenza contro gli attacchi dei parassiti tipo il bostrico. Sono più sensibili, un fatto comune a tutti gli esseri viventi: anche noi uomini se non stiamo bene, se siamo stressati, non resistiamo agli attacchi esterni». Sia nel 2021 che nel 2022, prosegue, «abbiamo avuto questa combinazione: da una parte tanto materiale schiantato a terra ancora presente nei nostri boschi, dall’altra parte fenomeni sempre più estesi di siccità. Questa combinazione fra stress idrico e tanto materiale a terra è l’ideale per il bostrico, che può svilupparsi. La situazione è esplosa nel 2022, non solo da noi ma pure in Trentino, in Veneto, in Tirolo. Direi una situazione piuttosto drammatica». Come tutti quanti, spiega oltre Unterthiner, «ora speriamo in una primavera umida, molto piovosa, in modo tale che le piante possano uscire dal loro attuale stato di stress idrico e il bostrico non si sviluppi troppo, come accaduto nel 2022». Non è da sottovalutare nemmeno il rischio incendi. Come accaduto settimane fa a Marlengo. «Per fortuna - ha sottolineato l’assessore Schuler - in quel caso i vigili del fuoco sono riusciti a raggiungere anche le zone più ripide e rocciose e a limitare i danni». Attualmente non si registrano carenze significative di acqua nei bacini anti incendio, ma, come sottolinea Unterthiner, «se non pioverà è solo questione di tempo».

Società altoatesina e clima

Ieri sono stati presentati i sette punti dell’Agenda foreste 2030. Sette punti di intervento per consentire uno sviluppo sostenibile dei nostri boschi. Il terzo piano provinciale di sostenibilità, dopo quelli dedicati ad agricoltura e turismo. Un piano tecnico, complesso, non semplice da ridurre in poche righe. Estremamente significative però le premesse del piano. I tecnici della ripartizione foreste illustrano come stiano le cose in questo momento, anche in Alto Adige. I cambiamenti climatici, vi si spiega, causano un riscaldamento globale che ha enormi conseguenze per la società. Ne risentono anche i boschi, sottoposti oltretutto a un forte impatto antropico a causa della sempre più intensa fruizione ricreativa. Gli effetti negativi in concreto sono questi: ondate di calore sempre più frequenti; sempre maggiore innevamento artificiale; interruzioni più frequenti di strade e linee ferroviarie; più conflitti a causa dell’acqua: produzione idroelettrica, agricoltura, pesca e turismo si contendono una risorsa sempre più scarsa; al contempo, si verificano sempre più eventi di piena; sempre più zecche e zanzare; numero di fruitori della natura in aumento, ancora di più dopo la pandemia.

La natura e il clima

L’uomo percepisce gli effetti dei cambiamenti climatici, ma la prima vittima è la natura. L’uomo in passato ha potuto contare sulle importanti funzioni protettive del bosco. Quello che sta accadendo in Alto Adige ora, però, inceppa un meccanismo ben oliato. L’elenco dei tecnici forestali è oltremodo preoccupante: temperature più elevate; in inverno si registrano meno neve e pioggia, mentre i temporali sono più frequenti; si stanno verificando innalzamento del limite delle nevi, scioglimento dei ghiacciai, maggiore evaporazione, riduzione del permafrost, aumento delle frane e delle colate detritiche; piante e animali spostano i loro habitat a quote più elevate; si diffondono più parassiti e malattie fungine; la fioritura è anticipata e i periodi vegetativi sono più lunghi; si diffondono sempre più specie cosiddette generaliste, ossia più adattabili. Infine, sul versante idrico, i laghi sono sempre più caldi, i fiumi fanno registrare una portata d’acqua minore in estate e maggiore in inverno. E si verificano sempre più inondazioni.

Funzioni e azioni

Come ricordato ieri dall’assessore Schuler, è fondamentale preservare il bosco, che ha diverse funzioni: assorbe anidride carbonica e in tal modo protegge il clima; favorisce e garantisce la biodiversità; protegge dai pericoli naturali; fornisce legname; filtra l’aria, regola il bilancio idrico e stabilizza i terreni; offre un ambiente naturale ideale per attività ricreative ed esperienze nella natura. Per uno sviluppo sostenibile del bosco altoatesino, ora si sono elaborate sette strategie, sette obiettivi principali e i relativi ambiti di azione: supporto alle aziende forestali, boschi resilienti ai cambiamenti climatici, promozione della biodiversità, potenziamento dei boschi di protezione, incremento dell’uso del legno (specie locale), tutela dell’acqua e del suolo, dialogo con la collettività.









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