Mi ritorni in mente

12 marzo 1956. Apre il Cinema Capitol, il primo film è “20.000 leghe sotto i mari”

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Schermo metallizzato di metri 13 x 5. Ottocento posti. Perfetta visibilità da tutti i punti della sala. Doppio impianto cine-sonoro, 27 altoparlanti, di cui 18 per gli effetti stereofonici... È un’inserzione di mezza pagina sul nostro giornale ad annunciare, il 10 marzo 1956, l’inaugurazione del Cinema Capitol di via Streiter. Per celebrare come si deve l’evento, la prima visione di “20.000 leghe sotto i mari”, il colossal con Kirk Douglas e James Mason.

I cinema a metà anni ’50 sono frequentatissimi (la tv aveva iniziato a trasmettere nel ’54, gli apparecchi erano ancora alla portata di pochi). Il 1955 segna il record assoluto con 819 milioni di biglietti strappati in tutta Italia.

In città, l’attesa è altissima. Il Capitol, d’altra parte, è davvero un gioiello: il progetto è di Armando Ronca, uno dei più importanti architetti italiani (lo stesso del cinema Corso). Pareti in mogano, schermo ultrapanoramico, il meglio dei proiettori dell’epoca, un impianto audio che nemmeno a Hollywood. I commenti sono entusiastici. «La sala - scrive l’Alto Adige - è la più bella, oltreché la più moderna e la meglio attrezzata di tutto il Triveneto».

Ronca ha creato “un ambiente razionale ma allo stesso tempo comprensibile al pubblico, così da dare all’ospite, insieme al massimo comfort, un senso di calda intimità». Gli spettatori lodano «l’ampia facciata esterna con il suo signorile atrio a due scale laterali».

Segue dettagliatissimo elenco delle innovazioni tecnologiche. «Dispone di un grandissimo schermo panoramico, il pavimento a superficie concava consente una perfetta visibilità. La elegante galleria capace di duecento posti risulta completamente distaccata dalle pareti laterali». L’ambiente è impreziosito “dai motivi decorativi di Gabloner e dalle calde maioliche di Maria Delago.

Dulcis in fundo, il cinema «è dotato di condizionamento completo, con riscaldamento invernale, umidificazione dell’aria e raffrescamento estivo grazie allo scavo di un pozzo profondo 30 metri sotto la platea per raggiungere la falda acquifera. L’impianto termoregolatore è regolato automaticamente secondo il numero degli spettatori».

Il Capitol è sopravvissuto alla crisi dei cinema. Nel 2001 è stato rilevato dal Filmclub. La sala del ’56, le scale, i bassorilievi non esistono più.

E al posto della galleria, c’è un B&B. (LF)













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