Mi ritorni in mente

24 marzo 1946. Le bombe abbandonate continuano a uccidere bambini

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L’ombra lunga della seconda guerra mondiale continua a uccidere anche dopo la fine del conflitto. Per molti anni ancora, ordigni di ogni tipo, abbandonati ovunque dall’esercito tedesco in ritirata, causeranno vittime e feriti, soprattutto tra i più piccoli, che si avvicinano a bombe e proiettili senza avere cognizione del rischio.

Il 26 marzo 1946 l’Alto Adige riporta una ennesima, doppia tragedia. A Bronzolo due ragazzi di 14 e 15 anni, Giuseppe Bertinazzo ed Enrico Agostini, vengono investiti e uccisi dallo scoppio di una granata.

«I due, figli di contadini - riferisce l’Alto Adige -, si trovavano a curare le bestie in una stalla, quando rinvenivano, celata sotto un cumulo di foglie secche da adibire a strame, una bomba inesplosa. Con grave imprudenza, si davano subito da fare per scoprirne il congegno. Procuratisi un martello, percuotevano ripetutamente il proiettile per svitarne la sicura, al fine di estrarre dal bossolo la carica, della quale, evidentemente, volevano servirsi per i loro giochi».

L’esplosione è devastante, moriranno in ospedale poche ore dopo. La sciagura di Bronzolo segue di pochi giorni un'altra gravissima disgrazia accaduta a San Candido. Vittime, le sorelle Gianna e Luciana Restelli, di otto e tre anni.

«Le piccine, mentre stavano giocando in un prato prospiciente l'abitazione, hanno rinvenuto una bomba a mano. Ignare del grave pericolo, prendevano in mano l'ordigno determinandone lo scoppio. Colpita in pieno dalle schegge, la piccola Luciana è rimasta uccisa sul colpo, mentre la sorellina ha riportato gravissime ferite in più parti del corpo, per cui si è reso necessario il suo immediato trasporto all’ospedale».

Il giornale svolge un’azione incessante di informazione e prevenzione. «Da tempo ha avuto inizio la bonifica del territorio, ma tale lavoro richiede molto tempo: non si può pretendere che, dopo il passaggio delle squadre addette al recupero, non si debba più stare attenti. Le bombe a mano, per le loro limitate dimensioni, si celano troppo facilmente. È quindi necessario che i genitori rendano edotti i propri figli del gravissimo pericolo cui si espongono manipolando ordigni abbandonati». LF













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