28 maggio 1954. Torna a Bolzano il Circo Togni dopo la tragedia del “Bagonghi
Il celebre e coraggioso clown, che ispirò a Gianni Brera il soprannome "Bonimba" per il calciatore Roberto Boninsegna, era morto a Bolzano nel tentativo di spegnere l'incendio che stava distruggendo il tendone
20 maggio 1954, il Circo Togni torna in piazza Mazzini a Bolzano, nello stesso luogo dove, tre anni prima (il 21 agosto 1951), in un tragico incendio, aveva perso la vita il famosissimo clown Checco Medori, uno dei più noti “bagonghi” italiani (leggi la sua storia). Medori, nel generoso tentativo di spegnere le fiamme, si era arrampicato sul pennone centrale del tendone, precipitando da un’altezza di dieci metri.
Checco Medori era “il Bagonghi” per eccellenza. Così, “bagonghi”, venivano chiamati i clown nani che, acrobati eccezionali, erano tra le star più applaudite dei circhi negli anni ’40 e ’50. Quel giorno, il Circo Togni perse una delle sue “attrazioni” principali e rischiò anche di chiudere per sempre. I danni, ingentissimi, non erano coperti da assicurazione.
Neanche il tempo di rimettersi in piedi, che - nell’ottobre dello stesso anno - la celebre famiglia circense dovette fare i conti con un secondo, ancor più devastante rogo a San Donà di Piave, che distrusse l’intero circo: l’arena, il tendone, i carrozzoni. Un danno di 48 milioni che nessuna assicurazione copriva.
«In queste condizioni - scrive l’Alto Adige -, il circo Togni sembrava destinato a scomparire. Ma non era di questo avviso Cesare Togni, il direttore del circo, che con i fratelli, la tribù di 75 parenti, gli altri artisti dipendenti, poche settimane dopo si imbarcò per gli Stati Uniti. Girarono di città in città, fecero trattenere il fiato ai pubblici di mezza America con le loro evoluzioni al trapezio finché non vennero scritturati per partecipare al colossale film “Gli angeli volanti”. Riuscirono a trovare i mezzi per ricostruire quanto le fiamme di Bolzano e di San Donà di Piave avevano distrutto. Rientrati in Italia nel 1953, il circo Togni si ripresentò al suo pubblico più grande e più splendente che mai con i suoi 126 carrozzoni, con i suoi 400 dipendenti, con i suoi artisti sempre più bravi, con le sue caratteristiche intatte».
Il 20 maggio 1954 il “Togni” torna a Bolzano quasi a sfidare la malasorte che era iniziata proprio in piazza Mazzini. Al posto di Checco c’è il il bagonghi “Angelino”. Ma nessuno prenderà mai più nel cuore dei bambini il posto del clown eroe.
Una curiosità: la storia di eroismo di Checco Medori era così famosa, da ispirare al giornalista Gianni Brera il soprannome di “Bonimba” per Roberto Boninsegna, in omaggio al coraggio del calciatore sul campo. LF