Bolzano vista dai bolzanini dopo le distruzioni belliche
Non è molto che le ultime tracce delle bombe che hanno devastato Bolzano, fino a ottanta anni fa, sono scomparse. E così la gran parte dei bolzanini non ha idea di come la città si presentasse a guerra conclusa, solo i più anziani la ricordano. Tra questi ultimi ci sono io, che guardandomi attorno mi godo questa città rinnovata, rinata dalle sue macerie. Può essere pertanto interessante, per le giovani leve, riproporre un articolo pubblicato sull’”Alto Adige” del 29 luglio del 1949, e relativo alla relazione che tenne in consiglio comunale l’assessore ai lavori pubblici ing. Giordano Sabbadin. «Restano ancora molti segni dei bombardamenti, a ricordare l'avventura di guerra, restano tronconi di edifici, rovine sparse per ogni dove, ma molti segni delle piaghe di Bolzano sono ormai scomparsi per l’alacre volontà degli uomini che hanno saputo lavorare per la rinascita. Il passante, a volte, transitando da un luogo, non ricorda più che ove ora tutto è lindore e bellezza, mesi or sono c'erano alti mucchi di rovine. Sembra impossibile ma a Bolzano, le case distrutte e danneggiate in forma grave o lieve assommano al 63 per cento del totale dei fabbricati cittadini. I locali non più abitabili alla fine delle ostilità, erano 12.250, i senza tetto erano 18.840. L’ing. Sabbadin in base ai dati statistici in suo possesso, ha ricordato che il numero complessivo dei cittadini morti per eventi bellici è stato di 104 (in realtà furono 240, ndr.). Gli sfollati furono oltre 32.000. (...) Le distruzioni del patrimonio artistico e monumentale cittadino interessano il Duomo cittadino di stile gotico, la chiesa dei Domenicani, la pregevole chiesetta di S, Osvaldo e la chiesa e parte del Convento dei Francescani. Inoltre gli edifici religiosi dell'Ordine Teutonico in via Sarentino, i palazzetti sul fianco sud di Piazza Duomo distrutti da bombe. Quattro edifici scolastici sono stati semidi-strutti (scuole Cairoli, S. Filippo Neri, liceo ginnasio Carducci, scuola del Padri Salesiani), 5 gravemente danneggiati. Gli edifici pubblici distrutti o gravemente danneggiati risultano complessivamente 49. Il palazzo della Prefettura e del Turismo lo furono per il 50 per cento, il palazzo comunale per il 30 per cento.
Anche il palazzo della Giustizia è stato gravemente colpito. Il dopolavoro in via Carducci andò completamente distrutto, l'ospedale fu danneggiate. E poi, il teatro comunale di via Stazione, le sale civiche di largo Verdi, il cinema Druso, il macello comunale, i magazzini generali con gli impianti refrigeranti, il foro boario, la chiesa evangelica di via Col di Lana, la cappella di Loreto, il convento dei Cappuccini e la chiesa di Cristo Re, sia pure In forma più lieve. Andiamo avanti. Quanti furono gli alberghi centrati dalle bombe? Completamente distrutti andarono il "Sole" in piazza Mercato, l’“Alto Adige” di via Grappoli e la dependance"dell’hotel “Laurino”. Gravemente danneggiati furono il “Roma”, il “Laurino” stesso, il “Grifone”, il “Vittoria” e la foresteria del garage “Centrale”. Mediamente danneggiati l'hotel “Città”, l’ “Unterhofer”, il “Figl”, lo “Scala” ed il “Luna”. Distrutta invece fu la palestra della GIL di via Vintola e danneggiata fortemente quella di via Druso. Distrutto il ricovero dei vecchi in via Trento, la casa dell'Opera Bonomelli, danneggiato il fabbricato della Congregazione di carità di via Ca’ de’ Bezzi, le caserme bersaglieri di via Marconi, la sede del distretto militare, l'ospedale militare, distrutta la stazione e quella del Renon, la funivia del Virgolo, quella del Colle, l'autorimessa “Fiat” di via Garibaldi, l'autorimessa “Mille-Miglia” con le altre contigue, gravemente colpita quella del “Touring”, colpita anche la Fiat di viale Giulio Cesare.
E l'elenco potrebbe continuare perché non abbiamo accennato che alle cose maggiori senza entrare nel dettaglio.
Ora l’aspetto della città per fortuna in parte è diverso di quello che si presentava al nostro occhio allora, quando i cannoni si erano da poco taciuti. Il turista che giunge a Bolzano e vi trova alberghi attrezzati e ospitali non sa come era allora. Anche noi non ricordiamo più tanti degli squarci che si erano prodotti nella carne viva della città. Per questo abbiamo fatto un tuffo nel passato, per non dimenticare». E questo tuffo, noi, oggi, abbiamo voluto rinnovarlo. Ricordare non nuoce.