Care's, breve nota finale (ma non troppo)



Norbert Niederkofler e Massimo Bottura

Norbert Niederkofler e Massimo Bottura

Con l’assegnazione dei premi a i due giovani donne della gastronomia e a uno dei migliori e più sensibili contadini/produttori altoatesini si è concluso il grande evento internazionale sulla cucina e sostenibilità ecologia ed etica della gastronomia che si è svolto nei gironi scorsi i Val Badia. Gli “Young  Ethical Chef Award” sono andati a una giovane cuoca dell’Isola di Salina, Martina Caruso 

Martina Caruso di Salina

Martina Caruso di Salina

 

 

e alla sommelier del ristorante Combal Zero di Davide Scabin, Sara Repetto.

Sara Repetto del CombalZero di Rivoli

Sara Repetto del CombalZero di Rivoli

 

Al giovane Harald Gasser il contadino visionario che produce verdure antiche e tuberi ormai dimenticati è invece andato il premio “Care’s Social Responsability Avard” per il suo indefesso impegno per una agricoltura eroica ed ecosostenibile. Una tre giorni davvero memorabile quella che si è svolta sotto l’accurata regia di Norbert Niederkofler con Paolo Ferretti e Giancarlo Morelli. Oltre ai 30 cuochi provenienti dal tutto il mondo in rappresentanza di almeno 12 nazioni con curriculum stellati e stellari, sono stati tanti i temi dibattuti ed affrontati con giornalisti ed esperti sul destino e il ruolo della cucina e dei cuochi per un modo migliore dove cucina e prodotti facciano rima con sostenibilità, ecologia, salute. Il clou si è avuto martedì con l’arrivo di uno dei migliori cuochi del mondo l’italiano Massimo Bottura che della riscoperta delle radici della cucina locale e territoriale anche nell’alta ristorazione ha fatto una vera bandiera ideale. Ma il contributo dei grandi cuochi internazionali al dibattito sull’etica dei cuochi è stato ampio ed articolato. Come nel caso di Davide Scabin, di Pino Cuttaia, del grande cuoco francese Michel Bras che ha conquista la platea con la sua filosofia del buon senso. “Cominciamo a parlare di cuisinier, cuoco, e non chef – ha esordito Bras -  essere cuoco vuol dire esprimere al meglio quello che voglio essere; non mi interessa piacere ai clienti e questo è il miglior regalo che possa far loro”. Ma è stato Massimo Bottura, lo chef dell’Osteria Francescana – che durante la cena regala uno straordinario piatto di tradizione contaminazione come il Germano dell'Appennino Tosco-Emiliano tra un bollito e una Royale– a insistere sulla necessità di seminare per raccogliere quanto prima i frutti di un impegno che può migliorare la vita di molti. Un testimone raccolto non solo dai tanti cuochi giovani presenti con la loro ambizione, il coraggio e una sensibilità ecologica e sostenibile tutta nuova e moderna, ma anche dai tanti partecipanti e studenti delle scuole alberghiere dell’Alto Adige che hanno assistito ai dibattiti.  Un plauso particolare poi a Norbert Niederkofler che si è confermato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, come uno chef di caratura internazionale, capace come nessun’altro in regione di catalizzare attenzione con delle visioni ed esportare l’immagine di un Alto Adige gastronomico molto più grande dei suoi ristretti confini.













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