Un regalo dopo 31 anni, sotto il Walther rispunta mio padre

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Una sera ricevo una telefonata. «Guarda che in piazza Walther stanno proiettando un video dove si vede che rimettono la statua. Ma quel lavoro non lo aveva fatto tuo papà? Forse c'è anche lui, magari lo riconosci...». A mezzanotte sono davanti alle vetrine della Loacker. Il filmino riparte. Si vedono gli operai in tuta bianca sull'impalcatura. Muovono la statua a mezz'aria issata dalla gru. Sull'impalcatura si legge chiaro il cartello della ditta: Tecnomarmor, via Lancia, quella di mio padre. Lui non si vede ancora, ma so che c'è. DEVE ESSERCI. Perché quel giorno me lo ricordo bene. Primavera 1981. Mio padre Luciano, geometra specializzato in marmi, aveva diretto i lavori per "smontare" il menestrello da parco Rosegger e rimontarlo in piazza Walther. La sera prima era tornato a casa con il cilindro messo un secolo prima all'interno della statua. C'erano i giornali dell'epoca, le monete, i documenti. Avevo 15 anni. Era emozionante poter leggere e toccare qualcosa di così "importante". Il giorno dopo aveva rimesso il cilindro nella base della statua infilandoci anche una copia dell'Alto Adige. Me lo ricordo bene...



E adesso sono qui che spero di rivederlo, mio padre.
Il video va avanti. Ecco la pelata. E il suo giubbotto marroncino. È lui. Sale l'impalcatura fino alla cima della statua, poi scende, per accompagnarla sulla base e agganciarla. Le immagini mute in Super 8 sono finite. Pochi secondi, ma è come «Ritorno al futuro».
Un tuffo indietro-avanti che toglie il respiro.

Mio padre è morto il 5 dicembre 1985 a 45 anni. All'epoca non c'erano gli smartphone. Le foto che ho di lui sono poche e sbiadite. Ho chiesto a Vincenzo Mancuso - l'organizzatore della proiezione nell'ambito del festival "Frame out" dedicato al Super8 - chi avesse girato quelle immagini. Speravo un operaio, un tecnico della ditta. Perché quando trovo qualcuno che lo ha conosciuto, mi attacco tipo "cozza", e cerco di farmi raccontare tutto. Invece no, il filmino lo ha fatto un signore già anziano col pallino (e la passione) della cinepresa, Julius Radakovic. E che ovunque sia, oggi, non smetterò mai di ringraziare per questo regalo che mi è arrivato dopo 31 anni.













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