La storia

Un tuffo a Monticolo per festeggiare i 90 anni, la vita in acqua di Sandro Saltuari 

Pioniere delle riprese subacquee (ha filmato il record di Enzo Maiorca), pratica ancora l’apnea. «La parola anziano va abolita, uno è quello che si sente»
IL VIDEO Del tuffo collettivo: con lui presenti la moglie Maria, le figlie Cristina e Paola, le nipoti Federica e Susanna


LUCA FREGONA


Bolzano. L’acqua. Sandro Saltuari, storico cameraman Rai, pioniere delle riprese subacquee, ha vissuto in acqua tutta la vita. E così, nell’acqua, con un tuffo (di testa) al tramonto nel lago di Monticolo ha voluto festeggiare i suoi 90 anni. Un tuffo collettivo dalla piattaforma del ristorante Lido. Con la moglie Maria, le figlie Cristina e Paola, le nipoti Federica e Susanna, i generi e gli amici più cari. L’acqua lo ha accolto come sempre: fresca ma non gelida, gradevole, mentre la luce del sole si spegneva nel rosa, nel viola e poi nel blu dell’imbrunire, tra le risate serene di figlie, amici e nipoti. Monticolo, perché qui, ancora bambino, Sandro ha iniziato a immergersi. «Le estati dal ’40 al 42’ ci venivo con mio padre Teodoro, austriaco di Linz di lontane origini trentino-altoatesine. Mia madre invece era di Venezia. È a Venezia che, piccolissimo, ho imparato a stare galla». Fine anni Trenta, calle Quintavalle. «Nel canale tra la chiesa di San Pietro e l’imbocco dell’Arsenale. Mi accompagnava nonna Lucia. Mi attaccavo alla sua tavola del bucato e sbattevo i piedi in quel mare placido e rassicurante. Avrò avuto quattro, cinque anni. Ho cominciato a nuotare e ad andare sott’acqua senza neanche rendermene conto. Per me è naturale come camminare e respirare».

Il mare nel dna

Il mare è sangue nelle vene di Sandro Saltuari, nato a Bolzano il 22 luglio 1934. «Ce l’ho nel dna - continua -. Il mio nonno materno, che si chiamava Teodoro pure lui, ha fatto tre volte il giro del mondo imbarcato sui mercantili. I suoi racconti di oceani e posti lontani, esotici e misteriosi mi hanno attratto come una calamita sin da ragazzo». Il nuoto, l’apnea, il brevetto da sommozzatore. «La mia prima maschera seria è stata una “pinocchio”. Un padellone da cui entrava l’acqua a litri. Scomoda ma a suo modo rivoluzionaria». Nel 1971, già operatore in Rai, è il primo a fare le riprese subacquee delle gare di tuffi. «Al meeting di Bolzano, seguito in tutto il mondo. Era l’epoca di Cagnotto e Dibiasi. Bombole in spalla, mi piazzavo con la telecamera sul fondo della vasca olimpionica, sotto i trampolini». Il tuffo, visto da una prospettiva completamente nuova, cambia il modo di vivere lo sport in tv.

«È partito tutto da lì: dall’olimpionica...». Saltuari gira il mondo. Segue olimpiadi invernali ed estive, filma il record mondiale di apnea di Enzo Maiorca (-110 metri). Scova relitti negli abissi, recupera pericolosi fusti velenosi a largo della Sardegna affondati con una nave greca. Riprende balenottere, capidogli e delfini in tutto il pianeta, documenta i santuari dei cetacei. Vicino all’isola di Manda in Kenya, si trova faccia a faccia con cernie giganti da un quintale. «Sì - annuisce assorto -, è stata una grande, bellissima avventura».

Oggi pratica ancora l’apnea. «Nell’olimpionica del Lido mi siedo sul fondo, a cinque metri: guardo in alto verso i trampolini. Mi piace il riverbero del sole che taglia la piscina. Rivedo Giorgio e Klaus bucare l’acqua... Infilarsi eleganti come delfini e poi risalire in superficie. Ricordi memorabili. Siamo rimasti amici per tutta la vita...». Pausa. «Al mare - riprende - scendo ancora a dieci metri. I polmoni reggono bene». D’altronde, festeggiare i 90 anni con un tuffo non è da tutti. Per riprendere un concetto caro a Berlusconi, «ciò che conta non è l’età anagrafica ma quella biologica».

Ma è davvero così? A vederlo, a Saltuari, di anni se ne tolgono almeno venti. Abbronzato, in formissima, il fisico asciutto, criniera argento sugli occhi azzurro... mare. «La ricetta? Se ce l’avessi - scherza - avrei scritto un libro e fatto i milioni. Diciamo che non ho mai avuto stravizi. Ho sempre praticato sport, non ho mai fumato, ma non mi nego una buona bottiglia o una cena come si deve. Vivo giorno per giorno. Prendo con riconoscenza quello che il buon Dio mi regala. Come tutti, ho avuto i miei guai di salute. Qualche tagliando di revisione è inevitabile». Dunque: età biologica o anagrafica? «La verità è un’altra- taglia corto -: è la parola “anziano” che va abolita. Uno è quello che si sente. Come ha detto di recente la giornalista Giovanna Botteri, “l’età non vuole dire più niente”. Andata in pensione a 67 anni, si è iscritta a un corso di surf...».

Saltuari, e tanti altri novantenni come lui, ne sono la prova. Non servono soluzioni miracolose o elisir alla Cocoon. «La cosa importante - dice lui, che è ancora un pilastro della Bolzano Sub e fino a qualche mese fa era presidente dell’associazione micologica Bresadola (i funghi sono l’altro suo pallino, controlla i livelli di radioattività insieme ai tecnici dell’Appa) - è coltivare passioni, interessi e amicizie vere. E poi leggere, tenersi informati, dialogare con i giovani. Non rinchiudersi in casa. Mai».

E farsi un bel tuffo al tramonto con moglie, figlie e le amate nipoti.













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