Il presidente Arno Kompatscher è preoccupato. E non potrebbe essere altrimenti. Soprattutto in campagna elettorale. In cuor suo, sa però benissimo che queste elezioni potrebbero passare alla storia come quelle della fine dell'autosufficienza. Fino ad oggi, per statuto (soprattutto), per cortesia (perché sembra sempre una gentile concessione) e per equilibri politici (spesso legati al baricentro del governo romano), la Svp ha ...
Guelfi e ghibellini. Ci dividiamo su tutto. Ma il bipolarismo ci sta stretto. Due poli o due schieramenti non ci bastano. Non a caso troveremo sedici liste sulle schede, fra poco più di un mese, quando andremo a votare per rinnovare il consiglio provinciale. Difficile schierarsi di qua o di là. Evidentemente per rappresentare le idee di chi cambia idea in fretta - noi italiani, quasi tutti - non possono bastare pochi partiti. Non siamo ...
Come noto, nell’isola altoatesina non esiste l’elezione diretta del presidente della Provincia. E la cosa ha ovviamente un senso: perché la legge elettorale tutela le varie minoranze (a cominciare da quella italiana, vien da dire) e tiene giustamente conto di equilibri non scontati. Si potrebbe peraltro affermare che dall’approvazione del secondo statuto d’autonomia questo è anche l’unico luogo dello Stivale nel quale il nome del governatore - come ...
Silvio. Bastava pronunciare o scrivere il suo nome. Un po’ come ai tempi di Cesare. Non serviva nemmeno aggiungere il cognome. Perché Berlusconi è riuscito ad essere prima di tutto una specie di bene collettivo. Per alcuni un male collettivo, ovviamente. E non potrebbe essere altrimenti, anche se lui amava il consenso, possibilmente universale. È stato anche un collezionista di aggettivi e nomignoli. Ognuno capace di descriverlo alla perfezione. ...
Ormai ci sono abituato: scendo a Trento per seguire da vicino il Festival dell’economia e vengo regolarmente fermato più volte da altoatesini che, riconoscendomi, mi chiedono come mai a Bolzano non si organizzi nulla di simile. Dopo tutti questi anni e dopo aver visto Bolzano dormire sonni tranquilli e Trento crescere, per non dire esplodere per effervescenza, iniziative, idee, proposte, ho una risposta che considero ormai tristemente definitiva: ...
L’Italia si tinge d’un azzurro al quale Napoli s’aggrappa con la forza di un sogno. Fatto di rivincita. Di rinascita. E di quel sentimento variegato che solo il calcio sa donare, rendendo un po’ tutti eterni bambini all’inseguimento di un pallone che profuma di una vittoria che può durare un attimo o trent’anni e più. Il Regno Unito, nelle stesse ore, abbraccia il suo nuovo re. Un uomo che ha atteso ben più dei 33 anni che hanno visto trascorrere ...
Comunque lo si legga, in Alto Adige il dibattito sulla scuola è la certificazione di una sconfitta politica. Una sconfitta che ancora una volta la campagna elettorale trasformerà in altro. In un terreno di scontro e di incomprensione. In un fuoco da accendere al momento giusto per scaldare elettori visti come tifosi più che come abitanti del presente. Non si tratta più di attribuire ragioni o torti. Va compreso viceversa quello che ormai è un disagio ...
Dobbiamo farci una domanda, come società: siamo in grado - senza finire nel pantano dei soliti pregiudizi - di pesare, valutare, apprezzare, criticare e persino giudicare, se necessario, Giorgia Meloni come la leader del partito che ha vinto le elezioni e, ora, come presidente del consiglio, ed Elly Schlein come segretaria del principale partito d’opposizione? La domanda non deve sorprendere: perché continuo a leggere e sentire commenti su orecchini ...
La luna di miele fra gli elettori e Giorgia Meloni continua, anche se ha i volti di Attilio Fontana (al bis in Lombardia) e di Francesco Rocca (che spodesta il centrosinistra nel Lazio). Impensabile guardare al Lazio e alla Lombardia come a sole elezioni regionali, visto che riguardano il 25 per cento degli elettori italiani. E il voto ha confermato e rafforzato le quattro certezze uscite dalle urne delle politiche. La prima: il centrodestra unito ...
L’insidia, questa volta, si chiama autonomia differenziata. Sulla carta, l’idea del ministro Calderoli potrebbe persino rappresentare un’opportunità, consentendo alla specialità altoatesina di allargarsi e alle altre Regioni di acquisire nuove competenze. Ma ci sono due venti, in Italia, fra loro contrapposti. Quello del federalismo, per chiamarlo come lo chiamava un tempo la Lega, che ha per anni brandito il tema senza mai portarlo realmente al ...