Allevamento / L’allarme

Trentino, i lupi attaccano il gregge sul Monte Bondone: strage di agnellini

L’aggressione alle pecore nella notte tra lunedì e martedì. Il pastore Orlando: «Inutili recinti e cani: una cosa forte, che fa male»


Mara Deimichei


TRENTO. Purtroppo aveva parlato troppo presto. «Pochi giorni fa ragionavo sul fatto che questa stagione estiva era andata bene: nessuno dei miei animali era stato ucciso. Lo scorso anno avevo perso 35 pecore».  Ma, appunto, il pastore Orlando Bolognani (il pastore terapeuta del Bondone, nella foto) aveva parlato troppo presto: nella notte fra lunedì e martedì i lupi hanno sbranato e ucciso almeno 22 agnellini e quattro pecore.

«È una cosa forte, pesante per me che conoscono questi animali uno per uno e che con loro passo le giornate» spiega mentre in sottofondo si sente il belato delicato di un cucciolo di pecora.

L’attacco dei lupi è avvenuto sul Bondone nella zona della Capanna Viote. «A mezzanotte - spiega Bolognani - avevo fatto l’ultimo giro di controllo ed era tutto a posto, tutto tranquillo». Il pastore si è quindi alzato alle 7.30 «e non c’erano le pecore attorno a me, nel recinto vicino alla roulotte. Quindi mi sono incamminato per cercarle e mi sono venuti incontro i miei due maremmani. Io per proteggere i miei animali ho fatto tutto quello che potevo fare dal recinto ai cani. Ma non è servito».

E passo dopo passo Bolognani ha scoperto quello che era successo. «Ho trovato il primo agnellino morto e poi ho seguito le indicazioni inequivocabili che arrivavano dai corvi e ho trovato le altre carcasse». Intanto il pastore aveva dato l’allarme e la conta dei danni è stata fatta assieme alla Forestale. «Ed è arrivata la conferma che i miei animali sono stati uccisi dai lupi. Come hanno fatto? Come fanno sempre. Non sono fermati dal recinto: hanno sfondato la rete e le pecore con i piccoli sono scappati per poi essere sbranati».

Ma Bolognani resta comunque in quota. «Io avevo un gregge di 260 pecore e 40 agnellini - spiega - adesso di piccoli ne vedo un po’ meno di venti quindi ci sarà qualche carcassa su per la montagna che non abbiano ancora trovato. Ma resto qui, certo, fino circa al 20 ottobre. Devo spostarmi verso malga Albi dove c’è della bella erba verde e poi scendere a valle. Fin che ho l’acqua per la roulotte va bene, la vita del pastore è così».

E la memoria va agli anni passati. «Io in Bondone ci vengo da quando sono bambino e ora di anni ne ho 67. Quello che è successo agli agnellini, alla pecore la scorsa notte, fa male. Veramente tanto male, non so se sono in grado di spiegare quello che ho provato: è forte». E ora? Nulla di nuovo per Bolognani. Come spiega la sua vita prosegue ma resta l’amarezza per quello che è successo. «Io ho fatto tutto quello che potevo per proteggere le pecore, ma quando arriva il lupo non lo ferma nulla e nessuno». E lui, che viene spesso interpellato come curatore vorrebbe trovare anche una cura contro i lupi, per evitare gli attacchi.













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