il ricordo

A “Cheese” un premio intitolato ad Agitu, la pastora uccisa in Trentino

E’ il riconoscimento “Resistenza casearia”, lo stesso che la donna vinse nel 2015

L’OMICIDIO: Uccisa nella casa di Frassilongo



TRENTO. Si chiama “Resistenza casearia “ ed uno dei premi di Cheese, la manifestazione organizzata da Slow Food e dal Comune di Bra. Ed è, soprattutto, intitolato alla memoria di Agitu Ideo Gudeta, la pastora etiope ammazza nel dicembre scorso nella sua casa di Frassilongo.

Un premio che ha aperto la rassegna e che ha fra i requisiti principali il rispetto del benessere degli animali.

Nei quattro giorni della rassegna - dove il mercato dei formaggi a latte crudo si unisce agli approfondimenti politici su agricoltura, allevamenti e ambiente - sono attese decine di migliaia di persone, da oggi, venerdì 17 a lunedì 20 settembre.

E nella mente e nel cuore c'è Agitu che proprio da Cheese era stata premiata nel 2015. Proprio con quel riconoscimento che adesso è intitolato a lei.

Trovata morta la pastora Agitu, il simbolo dell'integrazione trentina

Dall'Etiopia alla valle dei Mocheni con il sogno di combattere per l'integrazione e contro le ingiustizie: la pastora Agitu Ideo Gudeta, 42 anni, è stata uccisa questa sera, martedì 29 dicembre, all'interno della sua abitazione a Frassilongo

"Agitu – piegava Slow food subito dopo la morte della  donna – era diventata un simbolo per noi, almeno dal 2015.

Un simbolo per tante ragioni: aveva combattuto il land grabbing in Etiopia; nel 2010 era dovuta fuggire e in Italia, in Trentino, aveva saputo inventarsi una nuova vita occupandosi di capre e di formaggi; era diventata un bellissimo esempio di integrazione; produceva formaggi naturali (a latte crudo, senza aggiunta di fermenti); si dedicava al recupero di una razza autoctona (la capra pezzata mòchena).

Per tutti questi motivi nel settembre del 2015 Slow Food le aveva assegnato il Premio Resistenza Casearia, durante la decima edizione di Cheese, a Bra. In quella occasione, Agitu ci aveva raccontato di essere stata costretta a fuggire dall’Etiopia per evitare un destino brutto. E ci aveva anche confessato che in Etiopia avrebbe voluto tornare, un giorno, appena fosse stato possibile.

Evidentemente quel destino maledetto l’ha inseguita fino a raggiungerla in quella piccola valle trentina che era diventata la sua casa. Troveremo presto il modo per ricordarla e per portare avanti l’esempio del suo lavoro, del suo impegno, per far conoscere la sua storia“.

E il modo è stato trovato.

Omicidio di Agitu, A Frassilongo i carabinieri e la scientifica. Portato in caserma un uomo

Sul luogo del delitto è giunto anche il pm Giovanni Benelli a coordinare l'attività investigativa dei carabinieri di Borgo Valsugana (guidati dal capitano Alfredo Carugno) e del nucleo investigativo di Trento, ai comandi del tenente colonnello Michele Capurso. Nella notte gli investigatori hanno sentito alcune persone per ricostruire le ultime ore di vita della donna (foto Daniele Panato). LEGGI L'ARTICOLO: L'omicida confessa: era un collaboratore della vittima













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