A piedi, in bici e con i mezzi pubblici: il 46% degli altoatesini si sposta in modo sostenibile
Indagine dell’Istituto provinciale di statistica Astat
BOLZANO. Tra il 26 aprile e il 16 giugno l’Istituto provinciale di statistica Astat ha condotto un’indagine sui comportamenti di mobilità degli altoatesini di età compresa tra i 14 e gli 80 anni. Gli spostamenti nei giorni feriali, inferiori a quelli pre-Covid, sono poco meno di un milione.
L’auto è il mezzo di trasporto più utilizzato, seguito dalla bicicletta. Il tasso di mobilità sostenibile (a piedi, in bicicletta, coi mezzi pubblici) viene stimato al 46%.
Molti altoatesini sono disponibili, a certe condizioni, a usare maggiormente il trasporto pubblico e la bici.
Il saldo della mobilità pedonale (con più della metà dei
rispondenti che dichiara di fare grosso modo lo stesso
numero di spostamenti a piedi, il 36% di farne di più e
il 9% di farne di meno) è positivo per il 27% della popolazione. Ugualmente positivo il saldo per la bicicletta, anche se in misura più contenuta (+13%).
Tutte le altre modalità, esclusa la moto che è sostanzialmente alla pari, presentano invece saldi negativi.
L’auto viene utilizzata di più dal 15% degli intervistati
e di meno dal 27%, con un saldo pari a -12%.
Più accentuati risultano i saldi per i mezzi pubblici urbani (-19%) ed extraurbani (-18%).
Il bilancio complessivo, considerando tutti i mezzi, è
negativo: la quantità degli spostamenti è ancora inferiore a quella pre-Covid, soprattutto tra la popolazione
anziana.
Agli intervistati che hanno dichiarato di fare meno
spostamenti con il trasporto pubblico è stata rivolta
una domanda sulle ragioni che hanno determinato la
riduzione dei viaggi.
Per quanto riguarda i mezzi urbani, i motivi più diffusi
(circa il 40% degli intervistati) sono la paura del contagio e il fatto che i mezzi sono diventati scomodi
(distanze, mascherine, ecc.). Seguono la sostituzione
del mezzo pubblico con l’auto (29%), la riduzione
delle attività del tempo libero (26%), la preferenza a
spostarsi a piedi (25%) e in bici (22%) e il passaggio
per lavoratori e studenti allo smart working e alla didattica a distanza (18%).
La riduzione dell’uso del trasporto pubblico extraurbano è dovuta soprattutto e nella stessa misura (circa
un terzo degli intervistati) alla paura del contagio, al
fattore scomodità, alla riduzione delle attività del tempo libero e alla preferenza per l’auto. Seguono smart
working e didattica a distanza (18%) e la sostituzione
del mezzo pubblico con la bici (10%).