IL CASO

Alla videolezione della scuola elementare spunta un'immagine porno 

Attacco hacker. È successo durante un “incontro” fra l’insegnante e gli alunni di una classe delle elementari dell’Ic Aldeno Mattarello, in Trentino. La prontezza di una mamma ha evitato che le immagini dell’intruso fossero viste anche dai bambini: ha spostato tutti in un’altra “stanza” virtuale



Trento. Un’immagine di pochi secondi, “annullata” dalla prontezza di riflessi di una mamma che ha spostato la video lezione in un’altra “stanza”. Un’immagine che ha turbato, sollevato dubbi, indignato i genitori della classe delle elementari ma che, fortunatamente, non è stata colta dagli occhi innocenti dei bambini. Un’immagine a chiaro sfondo sessuale che ora è oggetto di un’indagine da parte della polizia postale dopo la denuncia presentata dalla dirigente scolastica dell'istituto comprensivo Aldeno-Mattarelo.

Scuola a distanza

Succede anche questo nei tempi del coronavirus. Succede che qualcuno pensi di hackerare una piattaforma open source usata dalla scuola elementare per cercare di mantenere anche un contatto visivo fra gli insegnanti e gli alunni. Un’intrusione in una lezione che ha sconvolto la comunità scolastica. Anche perché questo attacco hacker non è l’unico in questi mesi di scuole chiuse. E ora? «Siamo al lavoro su un’altra piattaforma - spiega la dirigente dell’istituto comprensivo, Tiziana Chiara Pasquini - quella che pensavano di usare da settembre. Ma stiamo accelerando i tempi».

L’hacker

E intanto è al lavoro anche la polizia postale. Ma cosa è successo? Per ricostruire i fatti bisogna fare un passo indietro a quanto l’emergenza sanitaria ha costretto alla chiusura tutte le scuole. «Per le classi delle primarie - spiega Pasquini - abbiamo cercato delle soluzioni condivise e quindi ogni consiglio di classe ha cercato il modo migliore per dare continuità alla didattica. Oltre ai compiti e alle lezioni registrate, alcuni classi hanno deciso anche per delle lezioni sì video ma dal vivo». E così si arriva al 13 maggio, il giorno dell’intrusione. La classe in questione aveva appuntamento la sera. Si “apre” la stanza della piattaforma dedicata alla lezione in questione e una mamma si accorge che viene trasmessa un’immagine pornografica, di una persona che si masturba. «La mamma - spiega ancora Pasquini - ha avuto la prontezza di spostare la lezione e quindi tutta la classe in un’altra stanza. L’insegnante era stata “estromessa”, le avevano evidentemente rubato il profilo».

La denuncia

La dirigente scolastica è stata informata alle 19.20 di quella sera di quanto era successo «e la mattina dopo, in ufficio, verso le 6.30 ho scritto a tutti i docenti informandoli che tutte le video lezioni dovevano essere interrotte. Poi ho scritto anche ai genitori e devo dire che ho trovato la massima disponibilità sia da parte degli insegnanti che da parte dei genitori.». E poi? «Alle 8 - spiega - ho chiamato la polizia postale presentando una denuncia su quanto successo. Un fatto che ha turbato molto la comunità scolastica, questo è innegabile». E ora c’è anche la fase 2 della didattica a distanza. «Ancora prima dell’emergenza sanitaria - racconta ancora Pasquini - stavano lavorando ad una piattaforma per raggiungere con le lezioni anche quegli alunni che per le ragioni più diverse potevano non essere in grado di seguire il lavoro in classe. Poi c’è stata la chiusura della scuola e avevamo trovato una soluzione tampone aderendo a questa piattaforma open source. Poi è arrivato l’hacker e quindi abbiamo ulteriormente accelerato il progetto iniziale».

Maschio porta il caso al sindaco

Su quello che è successo il consigliere comunale di Onda civica, Andrea Maschio, ha presentato una domanda di attualità. «Non basta che gli studenti siano costretti in casa senza poter godere dell’aspetto più importante nella scuola: la socialità. Ora assistiamo anche ad hackeraggi dei dispositivi scolastici assistendo alla masturbazione di loschi figuri a danno dei nostri ragazzi. Ciò è avvenuto il 13 maggio nell'istituto comprensivo di Aldeno-Mattarello ma anche in altre zone d’Italia. Questo dimostra che il sistema insicuro e pericoloso. Consci che l’accaduto porterà ad un rifiuto di proseguire da parte di numerosi genitori, cosa che hanno già minacciato di fare, sono a chiedere al Sindaco di relazionare nel merito dell’accaduto per chiarire in che modo si metterà mano alla questione per evitare tali inaccettabili eventi e mettere in sicurezza i nostri ragazzi».

 













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