Appiano, in arrivo 220 alloggi
All’ex caserma Mercanti. La Provincia ha risposto «picche» al Comune interessato all’acquisto e ha affidato l’urbanizzazione a PensPlan Invest Il vicesindaco: «Per noi le porte sono quasi chiuse. La società inhouse incaricata si sta occupando delle tre aree militari per ricavare utili»
Appiano. Quella che attende il Comune di Appiano è una piccola rivoluzione, almeno dal punto di vista urbanistico. Nell’ampio areale dell’ex caserma Mercanti all’imbocco di San Michele la società incaricata dalla Provincia - la PensPlan Invest - per recuperare il denaro investito dall’ente pubblico conta di realizzare qualcosa come 220 alloggi ma anche terziario e spazi per il settore ricettivo (niente alberghi in ogni caso).
«Per una cittadina di 15 mila abitanti come la nostra - ammette il vicesindaco Massimo Cleva - si tratta di un progetto impattante, che significa anche crescita, sviluppo e, presumibilmente, anche un buon afflusso di persone da altri Comuni, presumibilmente limitrofi».
L’Oltradige - e a dirlo sono proprio i dati sul mercato immobiliare altoatesino del 2018 - ha fatto registrare una crescita di compravendite nell’ordine del 25 per cento, un vero record in provincia. Il gruppo italiano, in prospettiva, potrebbe pertanto aumentare la sua consistenza dal 15 al 20 per cento. Sullo sfondo di questo sviluppo urbanistico c’è anche la questione prezzi, lievitati da 285 a 680 euro (anche se non si tratta di un valore ufficiale ma di una stim ufficiosa) al metro quadrato, almeno per il Comune.
Per i privati che intendono trasferirsi in Oltradige, ovviamente, i costi saranno ben più alti. Nessun dubbio, in ogni caso, sul fatto che buona parte dello sviluppo – per il medio lungo periodo - del Comune di Appiano sia legato a filo doppio all’areale dell’ex Caserma Mercanti. A fare gola è soprattutto l’area a Sud, che misura poco più di 4 ettari, attualmente di proprietà della Provincia.
Sulla strategia da seguire Cleva nei mesi scorsi si era dimostrato piuttosto chiaro e determinato.
«Potremmo, e questa è ovviamente una mia idea, vendere patrimonio per acquisire patrimonio, anche con uno sguardo al futuro e alle nuove generazioni».
Tra le strade più facilmente percorribili - anche se bisogna superare ancora l’ostilità dei contadini - ci sarebbe anche la vendita, ad esempio, dei 10 ettari dei Gemeindemöser, i terreni di proprietà del Comune che, in termini di ricchezza, non hanno mai fruttato molto. Di sicuro Appiano - Comune suddiviso in ben 10 frazioni - è destinato a crescere e bisogna attivarsi recuperando nuovi spazi anche per i servizi essenziali, a partire dal all’istruzione.
«La considerazione di fondo - conclude il vicesindaco- è che il nostro Comune, che già si attesta sui 15 mila abitanti, è destinato a crescere ulteriormente. Potremmo aver bisogno, ad esempio, di scuole e asili, ma gli spazi mancano. Vicino alle ex caserme Mercanti c’è, ad esempio, una scuola dell’infanzia e un ampliamento in quel contesto urbanistico sarebbe ideale».
La Provincia in realtà non vuole vendere al Comune.
Il vicesindaco di Appiano è peraltro una persona pragmatica e ammette che le chance di acquistare parte di quell’Areale per il Comune siano vicine allo zero. «La cifra iniziale di cui si parlava era di 285 euro al metro quadrato. Ora la Pensplan Invest sostiene che il valore è molto più alto, ma non ha mai ufficializzato una stima perché non vuole e non può vendere al Comune. Non vuole perché altrimenti questa società Inhouse perderebbe la sua ragione di esistere in quanto tocca proprio a lei gestire l'urbanizzazione delle tre aree militari e incassare un utile a favore della Provincia dopo i milioni di euro versati allo Stato per avere queste aree. Non può perché i terreni costituiscono un patrimonio indivisibile all'interno del fondo. E poi credo che la Provincia consideri questa procedura un esempio virtuoso da seguire anche in futuro per altri Comuni e Comprensori. In sostanza non ha senso dire quanto vale il terreno perché il proprietario, la Provincia, non vuole vendere al Comune. In autunno ci saranno sviluppi interessanti». Di sicuro c’è all’orizzonte una trasformazione sostanziale dal punto di vista urbanistico. Una piccola rivoluzione appunto.