Caldaro, si pattina sul ghiaccio ignorando rischi e divieti 

Le due ordinanze in vigore. Sono state firmate dai sindaci di Caldaro Gertrud Benin e di Vadena Alessandro Beati Solamente negli ultimi anni due casi di ipotermia. «Non abbiamo risorse per mandare i vigili ma il problema è serio»


Massimiliano Bona


Caldaro/vadena. Le temperature si abbassano, il lago si ghiaccia e a quel punto l’idea di pattinare nel maggior bacino lacustre dell’Alto Adige solletica centinaia di persone, famiglie comprese. In barba alle ordinanze e ai divieti. Ci sono anche madri e padri che trainano le slitte dei figli, di tre o quattro anni, torme di ragazzini e adulti che si sfidano in avvicenti partite di hockey, senza badare - più di tanto - alla sicurezza. «Qualche giorno fa - ironizza la sindaca di Caldaro Gertrud Benin Bernard - mi è arrivato anche un messaggino con una foto di un residente che mi spiegava di essere sulla sponda di Vadena del lago. Come dire che avrebbe anche potuto ignorare il mio divieto».

In realtà il collega di Vadena, Alessandro Beati, nel frattempo aveva già provveduto ad emanare un provvedimento analogo.

«L’ordinanza stabilisce, riassumendo un po’, che l’accesso al lago per pattinare, o fare altre attività, è assolutamente a proprio rischio. Anche la collega di Caldaro ha fatto la stessa cosa. Di fatto non si viola una norma specifica, a meno che un bontempone non decida di accedere al lago con un’auto. Non sono previste sanzioni specifiche ma il buon senso consiglierebbe di non pattinare o di farlo comunque con estrema cautela».

Se qualcuno si aspetta di vedere la polizia municipale in azione si sbaglia.

«Noi, come amministrazione, – prosegue Gertrud Benin - non abbiamo di sicuro risorse aggiuntive da destinare a questi controlli, anche se siamo perfettamente consapevoli che la superficie del lago non è uniforme e ci sono dei punti (soprattutto vicino al canneto e a sud ndr) in cui bisogna usare particolare attenzione».

Nel 2017 salvato un 61enne sotto shock e in stato di ipotermia.

Nel gennaio 2017 si è registrato l’ultimo caso grave. Un 61enne di Termeno, alle 16, era finito in acqua mentre stava pattinando all'indietro. «Il ferito - spiegarono all’epoca i vigili-sommozzatori del Distretto di Bolzano - era sotto shock e aveva i primi segni di ipotermia. Non ricordava più nulla. Lo hanno aiutato gli altri pattinatori con un bastone, ma è rimasto comunque 6-7 minuti in acqua a 4-5 gradi sotto zero. Lo abbiamo tirato fuori anche con il contributo dei vigili del fuoco volontari di San Giuseppe».

La zona più a Sud del lago è la più rischiosa.

L'incidente - come quello dell’anno prima ad una donna - si era verificato nella parte a Sud del lago, dove si concentra solitamente il maggior numero di pattinatori e giocatori di hockey. Per adesso bisogna sperare che le temperature continuino a scendere e soprattutto nel buon senso di chi ignora i divieti.

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