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Caro bollette, a Salorno la pizzeria chiude i battenti

Stefano Camarda ha deciso di abbassare per sempre le serrande di “Pizza al Taglio”: «I costi dell’energia elettrica sono quadruplicati, ho resistito al Covid ma non voglio indebitarmi per pagare la corrente»


Gianluca Marcolini


SALORNO. «Basta, mi arrendo». Stefano Camarda alza le braccia al cielo, in segno di resa. E soprattutto, purtroppo, sta per abbassare per sempre le serrande del proprio locale, la pizzeria in pieno centro a Salorno, punto di riferimento, da oltre un decennio, delle famiglie del paese e immediati dintorni. «Colpa del caro energia, la bolletta della corrente elettrica è diventata troppo alta, un costo insostenibile per le mie tasche - spiega amareggiato il pizzaiolo, che vive a San Michele ma che a Salorno ha messo radici -. Posso anche accettare di lavorare senza guadagnare un soldo, pur di mantenere in vita l’attività, ma non ho alcuna intenzione di indebitarmi per pagare le bollette della luce, dunque chiudo prima che sia troppo tardi, almeno così non mi lascio dietro buchi».

Il locale “Da Stefano: Pizza al Taglio” in via Roma a Salorno è in vita da quasi 14 anni. «L’ho aperto nell’aprile del 2009 e devo dire che le cose sono sempre andate molto bene, il lavoro non è mai mancato, almeno fino a due anni fa. Poi, è arrivata la pandemia e le cose sono cambiate dalla sera alla mattina, drammaticamente, ma ho resistito, anche mettendoci del mio, e intendo di tasca mia, pur di pagare stipendi e bollette. Proprio quando le cose dovevano finalmente rimettersi in sesto è arrivato l’aumento del costo delle materie prime. Ed ecco una nuova mazzata, quella definitiva».

Il conto della serva, il piccolo imprenditore di Salorno, lo ha fatto presto e bene, ed è sconfortante: «Pagavo 700-800 euro di elettricità, adesso la bolletta è quadruplicata. In questi giorni la banca ha fatto partire il pagamento della prima rata di 2.500 euro, poi toccherà alle altre». Ma la situazione è destinata a peggiorare. «La società di broker che gestisce i miei pagamenti mi ha già avvisato che la prossima bolletta avrà un aumento di 12 centesimi rispetto alla tariffa di quella precedente e che gli incrementi sono destinati a continuare». Se per una famiglia vale il suggerimento di attuare dei comportamenti virtuosi, ad esempio optando per un orario a tariffa più economica in cui mettere in funzione gli elettrodomestici più energivori, tipo la lavastoviglie di casa, per un’attività economica, come una pizzeria, tutto ciò è improponibile. «La mia attività si basa principalmente sull’uso della corrente elettrica - sottolinea Camarda - e infatti ho un contatore con la bellezza di 24 kw. Il forno della pizza lo devo tenere sempre pronto, non posso accenderlo solo quando arrivano i clienti, e lo stesso vale per le luci per tenere calda la pizza al taglio. Insomma, non posso fare particolari economie ma non voglio neppure indebitarmi per pagare le bollette, dunque meglio chiudere ora, che sono ancora in tempo».

Il percorso è così tracciato: «Da qualche tempo ho deciso di rimanere chiuso a pranzo e di aprire solo la sera, per risparmiare il 40 per cento della spesa per l’energia. A ottobre, invece, aprirò solo il fine settimana e poi a novembre, credo verso la metà, abbasserò la serranda definitivamente».

Lo spauracchio generalizzato è che questa chiusura, che va a impoverire il tessuto economico e sociale di Salorno, non sarà l’ultima nel corso di un autunno che si preannuncia drammatico. «Sento molti colleghi preoccupati, ho amici baristi che non sanno se riusciranno a passare l’inverno, chi decide di tenere duro, e rimanere a galla, va incontro a un salto nel vuoto e questo non è lavorare. Quando le cose vanno male a pagare per primi sono sempre i più piccoli», sottolinea sconsolato il pizzaiolo. Che si è già messo all’opera per cercare un nuovo lavoro. «Mi sono guardato in giro e devo dire che il lavoro non manca, c’è chi mi avrebbe assunto già adesso ma prima voglio chiudere i conti, non volevo lasciare così di botto. Non so ancora che lavoro farò in futuro, mi piacerebbe qualcosa di completamente diverso da adesso: vorrei staccare anche per riprendermi un po’ dopo gli ultimi due anni che sono stati difficili e sconfortanti».

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