L'INTERVISTA barbara lupi 

«Dal pilates all’ictus, dolore, rabbia e risalita» 

La dipendente Miele. «Ci sono giorni in cui il lato destro del mio corpo mi fa impazzire» Un pacemaker al cervello la stimola da testa a piedi. «E in tre ore da Caldaro vado sulla Mendola»


Massimiliano Bona


Appiano. «Stavo facendo pilates, come decine di altre volte, e quando la lezione era agli sgoccioli sono crollata. La mia istruttrice mi ha messo su un fianco ed ho ripreso a respirare. Dei primi 15 giorni non ricordo nulla: oggi, a 5 anni di distanza, ho ripreso a vivere grazie ad un pacemaker per il cervello che stimola tutta la parte destra, dalla testa ai piedi»: a parlare è Barbara Lupi, dipendente Miele di lungo corso (da 28 anni), che racconta la (lenta) ripresa dall’ictus che l’ha colpita l’11 novembre 2014. Barbara è positiva di natura, ma sa di dover lottare ogni giorno per tenere lontano il dolore. Un dolore forte, lancinante, che ciclicamente la porta da neurochirurghi di fama internazionale. L’altro giorno, col marito, si è regalata un’iniezione di energia andando a vedere ad Ortisei il fenomeno del momento, Jannik Sinner.

Com’è stato il faccia a faccia col fenomeno del momento?

«Emozionante. Si è preso il tempo per ascoltarmi e si è informato sulla mia storia. È giovanissimo ma già maturo, farà strada. Per me vederlo giocare a pochi metri dal campo è stata un’esperienza unica».

Qual è la domanda che si è fatta quando è stata colpita dall’ictus?

«Perchè proprio a me. Non bevo, non fumo, ho sempre mangiato in modo sano e ho fatto attività sportiva. Soprattutto nei primi anni ho faticato ad accettare quello che mi era capitato».

Lei cosa intende quando dice “sono sempre stata una buona sportiva”?

«Oltre a fare pilates, in palestra, regolarmente con mio marito facciamo camminate in salita, da Caldaro alla Mendola ad esempio».

Riesce a farlo ancora oggi?

«Sì, in salita. La parte più dura riesco ad affrontarla in poco più di tre ore. Scendere non è più possibile perché la mia muscolatura non è più così sviluppata».

Quando ha ripreso a vivere?

«Quando ho smesso di pensare e di torturmi sul perché fosse capitato proprio a me».

Il lavoro è stato importante?

«Fondamentale. Prima dirigevo il Contact Center (il servizio clienti ndr) della Miele. A seguito dell’ictus mi sono dovuta fermare. Oggi faccio un part time che mi appaga a pieno. Ho 4 colleghi-amici che non mi hanno mai mollata. Come mio marito, sua sorella e mia suocera Josephine».

Ma riesce a guidare?

«Sì, da quando alla mia Smart hanno invertito i pedali e messo il cambio automatico».

Qual è stata una delle cose più strane che è riuscita a fare dopo l’icuts?

«Ho imparato da un giorno all’altro a scrivere con la sinistra».













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