crisi climatica

Emergenza processionaria. La colpa è del clima mite 

L’infestazione che colpisce i boschi di pino è favorita dalle temperature meno rigide. La zona del Rio Nero a Ora fra le più critiche: il Comune punta sulla prevenzione 


Gianluca Marcolini


ORA. Fa caldo. O per meglio dire, non fa così freddo come dovrebbe essere nelle giornate di fine febbraio. Lo si percepisce chiaramente: le temperature sono più alte del normale (con massime prossime ai 20 gradi: per un calo si dovrà attendere almeno fino a domenica) e basta mettere il naso fuori di casa per assaporare un tepore insolito, a questo punto del calendario. Ieri, erano tanti gli altoatesini a spasso senza giacconi, sciarpe e berretti. E non serve certo una laurea in meteorologia per comprendere che stiamo vivendo un periodo di caldo anomalo, peraltro di perdurante siccità. Tralasciando le conseguenze ambientali e naturali, come dimostrano i corsi d’acqua già a secco e i problemi di approvvigionamento idrico (mai così gravi, a questo punto della stagione), un altro riflesso di questa condizione a dir poco straordinaria è il proliferare della processionaria, che trova nel clima mite le condizioni favorevoli. 

Ecco, dunque, che a primavera ancora lontana, il problema della infestazione, che colpisce i boschi di pino nero, è già a livello di emergenza. In alcune zone più che altrove. Una di queste è certamente la zona sportiva e ricreativa del “Rio Nero” a Ora e negli immediati dintorni. L’amministrazione comunale ha deciso di correre ai ripari e provare a giocare in anticipo, avviando la controffensiva per tentare quantomeno di limitare il problema. Per questo motivo, ha dato mandato alla ditta trentina Garbari Servizi Edili di procedere alla rimozione dei nidi di processionaria dagli alberi della zona del Rio Nero. L’abbattimento dei nidi dovrà essere completato prima che dalle ragnatele bianche, poste sui rami degli alberi, comincino a uscire e a scendere i bruchi, in una sorta di processione (da qui il nome processionaria), che si nutrono degli aghi del pino e lo indeboliscono. 

«I peli urticanti di questi parassiti della foresta - ricorda la Forestale - sono velenosi per l’uomo e possono causare reazioni spiacevoli. I sintomi vanno dal prurito e l’irritazione della pelle a possibili infiammazioni delle mucose o disturbi asmatici». Agli animali, come i cani, possono provocare gravi conseguenze. 













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Valeria Frangipane

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