L’ultima ondata di freddo con antibrina e fuochi 

La situazione in Bassa. In collina (Penone e Montagna) la situazione più complessa da gestire Gallmetzer: «Altrove distrutto fino all’80% della produzione». Lunga serie di notti insonni per molti


bruno tonidandel


Ora/termeno. – Altra notte di gelo, quella fra giovedì e ieri, venerdì, nelle campagne lungo l’asta dell’Adige a sud di Bolzano, ma anche nel Burgraviato, valle Venosta e val d’Isarco. Fortunatamente l’emergenza è scattata qualche ora prima dell’alba con il solito, lugubre ululato delle sirene dei paesi e il messaggio sms direttamente ai telefonini degli agricoltori. A detta di frutticoltori e tecnici agricoli, l’ultima ondata di freddo non dovrebbe aver arrecato danni alle colture – principalmente mele – se protette dagli impianti antibrina. Nel fondovalle infatti si sono registrate temperature fra 1 e 1,5 gradi sotto lo zero, inferiori, per esempio, alla notte fra lunedì e martedì scorsi, durante la quale il termometro aveva segnato fin quasi 3 gradi sotto lo zero. Il gelo ovviamente aveva costretto gli agricoltori dotati di impianti di irrigazione, ad azionare le pompe. Nelle zone collinari invece, di Penone, frazione di Cortaccia, e a Montagna, per cercare di proteggere rispettivamente le colture di ciliegi e di meli, non potendo disporre di impianti antibrina, i frutticoltori sono stati costretti ad accendere fuochi per fare in modo che il calore e la cortina fumogena, alzassero le basse temperature.

«No, la notte fra giovedì e venerdì, è da considerare quasi fortunata», ci dice Reinhard Dissertori, presidente del Bauernbund del distretto della Bassa Atesina che ha sottomano la situazione di centinaia di ettari di frutteti e vigneti, “siamo stati fortunati per due motivi: perché il picco di gelo si è registrato nelle ore mattutine. A Termeno per esempio, la sirena ha dato l’allarme attorno alle 2 e i frutticoltori hanno iniziato ad azionare le pompe verso le 4 e mezzo del mattino, quando avevano constatato che la colonnina del termometro era scesa di un grado sotto lo zero. Con l’antibrina in funzione – ci dice ancora Dissertori – la temperatura si è mantenuta su questi valori fino all’alba, fino al sorgere del sole quando i motori delle pompe sono stati spenti. Non così è successo in altre zone frutticole altoatesine, italiane ed estere”. Infatti, valle di Non, Valsugana e valle Lagarina sono state duramente colpite da questi ritorni di freddo, peraltro non eccezionali in questo mese aprile.

Anche Georg Gallmetzer, noto ed apprezzato frutticoltore di Ora, pur assonnato da varie notti in bianco, si ritiene fortunato. «Ho sentito alcuni amici e colleghi frutticoltori emiliani – ci ha detto – che lamentano danni ingentissimi ad albicocche, ciliegie, mele e pere. Sembra sia andato perduto l’80% della produzione di frutta primaverile. Il gelo ha bastonato duramente anche le zone frutticole della Polonia con temperature che hanno toccato i meno 12 gradi, ma anche l’Austria e la Germania sembrano accusare seri danni”. Polonia e l’area tedesca sono concorrenti delle mele altoatesine; i nostri frutticoltori non dovrebbero gioire ma almeno non piangere. Gallmetzer non è di questo avviso: «Sono frutticoltori e anche loro lavorano sodo; non bisogna augurare il male a nessuno, certo che una produzione scarsa di mele in Europa non farà che valorizzare la nostra frutta».

Anche ad Ora l’altra notte sono stati azionati gli impianti verso le 4 del mattino ed anche qui la temperatura era appena sotto lo zero. «Siamo stati costretti a bagnare i meli per evitare problemi di qualità – ci dice sempre Georg Gallmetzer – Anche se il germoglio di melo sta ora per aprirsi, il gelo potrebbe arrecare danni alle future mele dal punto di vista estetico. La buccia infatti verrebbe contornata da un cerchio di ruggine che comprometterebbe la commercializzazione del frutto».

Le prossime notti dovrebbero essere più tranquille e consentire un lungo sonno ai frutticoltori ormai quasi stremati. Ma le brinate sono sempre in agguato, almeno fino a metà maggio, fino cioè ai cosiddetti “Santi del Ghiaccio”.

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