CALDARO

La storia della residenza storica abbandonata da 14 anni

L’edificio è del XVIIesimo secolo. L’accusa: «La Provincia ha lasciato che la tenuta Buol/Biegeleben di Caldaro cadesse in rovina». «Nonostante una costosa ristrutturazione, parte dell'edificio è stato lasciato al totale degrado. Scartata l’idea di ospitare il Museo del Vino»


Jimmy Milanese


CALDARO. C'è preoccupazione all'interno dei Freiheitlichen per la destinazione della residenza Ansitz-Buol a Caldaro. Il motivo sta tutto nel significato identitario di tale complesso architettonico, visto che la tenuta risalente al XVII secolo, già di proprietà di Ludwig Maximilian Balthasar von Biegeleben, ospitò per diversi anni sua figlia Maria von Buol (1861-1943), scrittrice tirolese autrice di alcuni interessanti pezzi teatrali rurali che descrivono le usanze locali dell'epoca. Con una doppia interrogazione al Comune di Caldaro (12.04.2021) e alla Provincia di Bolzano (17.05.2021), il partito guidato dal consigliere provinciale Andreas Leiter Reber ha chiesto lumi sul destino della tenuta Ansitz-Buol/Biegeleben.

«La Provincia ha lasciato che la tenuta Ansitz-Buol/Biegeleben di Caldaro cadesse in rovina per 14 anni, mentre sono in gioco i soldi dei contribuenti», si legge in una nota dei Freiheitlichen che rincarano la dose: «La tenuta è di proprietà della Provincia dal 2007 e da allora è rimasta inutilizzata. Nonostante una costosa ristrutturazione parziale, gran parte dell'edificio è stato lasciato al totale degrado. Come è emerso dalle nostre due interrogazioni al Consiglio Comunale di Caldaro e presso il Consiglio provinciale, le istituzioni non hanno ancora idea su come destinare questo prezioso complesso storico», prosegue la nota.

Proprio per fare chiarezza sul destino di questa tenuta storica, i Freihetlichen avevano chiesto alla Giunta provinciale di destinare la proprietà a un uso specifico il più rapidamente possibile. E la risposta della Provincia non si è fatta attendere. «Nel 2007 la Provincia ha acquistato l'immobile per 3.137.500 milioni di Euro. In un primo momento, nel 2012 si era pensato di convertire la tenuta a Museo e Accademia del vino», la risposta dell'assessore competente Massimo Bessone.

«L'Ansitz-Buol/Biegeleben è un insieme di edifici culturalmente e storicamente molto prezioso, in quanto segna l'ingresso al centro del paese», spiega il segretario dei Freiheitlichen Florian von Ach, allarmato dalla possibile vendita a privati dell'immobile. «A seguito di una nostra recente interrogazione al Consiglio comunale di Caldaro è emerso che per motivi economici la Provincia aveva rifiutato di ospitare il museo del vino in questa struttura e che d oggi manca una pianificazione seria sullo scopo futuro o concetto di utilizzo della residenza Ansitz-Buol. Si starebbe addirittura pensando di vendere la proprietà, il che comporterebbe un notevole danno economico per il bilancio provinciale, visto che mai si riuscirebbe a rivendere l'edificio per quella stessa cifra di acquisto», aggiunge dice Dietmar Zwerger, consigliere comunale dei Freiheitlichen a Caldaro.

Infatti, era stata proprio l'Amministrazione comunale, nella risposta all'interrogazione presentata dai Freiheitlichen ad affermare che: «La Provincia starebbe valutando se la proprietà debba essere venduta, o se possa essere messa a disposizione in qualche modo per una concessione più duratura». Possibile vendita ai privati seccamente smentita da Bessone nella risposta all'interrogazione degli stessi Freiheitlichen, ma questa volta alla Giunta provinciale. «Al momento non è prevista alcuna vendita al privato, semplicemente perché la proprietà è un edificio sotto tutela», aveva spiegato Bessone.

Evidentemente, una combinato di risposte da parte delle due istituzioni che non deve avere soddisfatto in pieno i Freiheitlichen. «L'amministrazione provinciale non solo sta mostrando una gestione discutibile del denaro pubblico, ma anche un disprezzo per il patrimonio storico della nostra Heimat. Perché comprare un edificio come questo, se poi lo si lascia inutilizzato per 14 anni? Chiediamo al presidente Arno Kompatscher di collaborare con l'Amministrazione comunale di Caldaro per trovare al più presto una destinazione d'uso per l'edificio», conclude Andreas Leiter Reber.













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