Ambiente

Lido chiuso per incidente chimico: in arrivo un conto salato

Egna, lo stop forzato di circa un mese potrebbe costare alla ditta incaricata della manutenzione fino a 200mila euro


Massimiliano Bona


EGNA. Potrebbe costare fino a 200 mila euro, con ogni probabilità, l'errore umano all'origine del grave incidente chimico che ha obbligato i gestori del Lido di Egna a chiudere quest'anno la stagione estiva con poco meno di un mese di anticipo.

Come molti ricorderanno l'errore ha portato all'intossicazione di una dozzina di persone, il più grave dei quali un bagnino di 21 anni che inizialmente era parso grave. Dell'azione di risarcimento danni si sta occupando il Comune di Egna ma a presentare la lunga nota spese sarà la «Sportarena Unterland», società di gestione dell'impianto. Nessun dubbio sul fatto che si sia trattato di un errore in buona fede ma di sicuro i gestori della piscina non c'entrano nulla.

«Abbiamo avuto - ricorda Michele Braito, presidente della Sportarena Unterland - anche la visita dell'Ispettorato del lavoro che non ci ha imputato alcun errore». A rispondere sarà l'azienda di Ravina (o, probabilmente, la sua assicurazione) che da anni forniva quotidianamente le sostanze chimiche necessarie al funzionamento dell'impianto natatorio. «I danni sono ingenti, vicini verosimilmente a una cifra che si attesta sui 200 mila euro».

Oltre ai danni materiali nella «sala macchine» bisogna contabilizzare infatti anche quello che in giurisprudenza viene definito il "lucro cessante", ovvero il mancato guadagno. A perderci, infatti, sono stati in molti. Oltre ai mancati ingressi del Lido bisogna mettere in conto i mancati incassi del bar e del ristorante, i mancati introiti per i dipendenti stagionali in servizio ad agosto presso la struttura. «Per quantificare il tutto - conclude Braito - ci siamo affidati a un consulente». Gli stagionali, tra l'altro, non possono nemmeno essere messi in cassa integrazione.













Altre notizie

Attualità