Ambiente

Nel lago di Caldaro la battaglia contro le carpe erbivore 

Iniziativa dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia per cercare di frenare la diffusione di questa specie alloctona che minaccia l’ecosistema nello specchio d’acqua


Gianluca Marcolini


CALDARO. Si tratta di un primo tentativo, ma già ne sono stati messi in preventivo degli altri nella consapevolezza che il primo colpo difficilmente porterà risultato. Comunque vada, la battaglia è cominciata, quella contro la proliferazione della carpa erbivora nelle acque del lago di Caldaro. A portarla avanti è l’Ufficio caccia e pesca della Provincia che in questi giorni ha occupato lo specchio d’acqua della Bassa Atesina per le operazioni di cattura del numero più alto possibile di esemplari.

I Comuni di Caldaro e Vadena, che hanno la competenza amministrativa per quanto concerne le sponde del lago, hanno avvisato la popolazione e i possibili fruitori dello specchio d’acqua (tenendo conto che in questo periodo non sono moltissimi i vacanzieri presenti) della presenza degli addetti alle operazioni di cattura. In realtà, il Servizio provinciale ha messo in conto un esito tutt’altro che soddisfacente, almeno in prima battuta, dunque si tornerà all’opera quanto prima con l’intento di riuscire a prelevare dal lago gli esemplari di carpa erbivora e frenarne, così, la diffusione.

Il problema della presenza di questa specie aliena nei laghi altoatesina è risaputa. Oltre a Caldaro la medesima situazione è stata registrata anche nel lago di Monticolo e lo stesso anche nel lago di Fiè dove mano ignota, ormai diversi anni fa, vi ci aveva riversato dentro alcuni esemplari dando il là alla presenza.

La carpa erbivora è una specie fitofaga importata dalla Cina e introdotta in Alto Adige nel 1970 per limitare la crescita di vegetazione nelle acque stagnanti, fenomeno particolarmente evidente all’epoca in alcuni laghi. Si alimenta esclusivamente di vegetali, ingerendone giornalmente elevate quantità, fino a oltre la metà del proprio peso corporeo. Ma col passare del tempo la sua presenza è diventata un problema in quanto, foraggiandosi rimanendo sul fondo del lago, crea acqua torbida rendendo difficile per le specie autoctone trovare cibo. Inoltre, la distruzione della flora può rendere difficile per i giovani pesci trovare riparo dai predatori e anche disturbare gli habitat di riproduzione.













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