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Pavlo, ricercatore in fuga dalla guerra per studiare i piccoli frutti a Vadena 

La storia. «Sono di Melitopol, capitale ucraina delle ciliegie. Ho sempre sognato, durante gli studi, di collaborare con scienziati di altri Paesi» «Come sono arrivato qui? A maggio ho fatto domanda e ho superato il concorso per un contratto di un anno. Con me c’è la mia compagna Valeria»


Julia Rizzo


LAIMBURG. Pavlo Bondarenko è nato a Melitopol, dove faceva il ricercatore prima che la guerra lo costringesse a scappare. L'Ucraina è uno dei Paesi più grandi d’Europa, con una superficie doppia rispetto all'Italia. Si coltivano soprattutto cereali, girasoli e barbabietole da zucchero, ma anche molti ortaggi, frutta e bacche. Il ciliegio dolce è la coltura da esportazione più importante dell'Ucraina, con una produzione di circa 75 mila tonnellate l’anno. E nella ricerca è in corso un importante programma di miglioramento genetico del ciliegio dolce. Rispetto all’Italia settentrionale, l’Ucraina presenta un clima molto più arido e continentale. Insieme ai colleghi ricercatori del Centro di Laimburg, Bondarenko si sta concentrando su come contrastare il cambiamento climatico che il settore altoatesino delle ciliegie dolci deve affrontare.

Dottor Bondarenko, qual è stato il percorso di studi che l’ha portata a fare il ricercatore nell’ambito della frutticoltura?

Sono nato a Melitopol, in Ucraina. Ho finito l'Università Agrotecnica di Tavria e ho conseguito un Master in Agronomia e successivamente un dottorato di ricerca in frutticoltura presso l'Istituto di Orticoltura di Kiev. Sui motivi che mi hanno spinto a intraprendere questo corso di studi, mi piacerebbe poter raccontare una storia che spieghi quanto mi piacessero le piante fin da bambino, ma non è così. In realtà, a scuola odiavo la biologia. Quando ho dovuto scegliere l'università, non avevo idea di cosa volessi studiare e ho scelto Agronomia grazie a un consiglio di alcuni parenti. Sono stato molto fortunato, perché durante il secondo anno di università ho capito che in effetti mi piaceva molto lavorare con le piante, soprattutto con gli alberi da frutto.

Prima di venire in Italia a cosa stava lavorando?

Prima di venire in Italia, lavoravo come ricercatore presso il Centro di ricerca per la frutticoltura di Melitopol in Ucraina. Questo centro è abbastanza simile al Centro di Sperimentazione di Laimburg. L’obiettivo è rispondere alle domande pratiche degli agricoltori locali tramite la ricerca applicata. Il Centro porta avanti da tempo anche un programma di miglioramento genetico di successo sul ciliegio dolce, sulle amarene e sull’albicocco. Nel mio lavoro di ricerca mi sono concentrato soprattutto sugli aspetti tecnologici della coltivazione delle drupacee come ciliegio dolce, albicocco e pesco, cercando di adattare le moderne tecnologie alle specifiche condizioni ucraine, considerando aspetti quali le modalità e le tecniche di potatura, i sistemi di allevamento, i portinnesti e la densità ottimale delle piante. Ho avuto modo anche di collaborare con l’università locale. L’interazione con gli studenti porta spesso a idee nuove e brillanti.

Come è venuto a conoscenza del Centro di Sperimentazione di Laimburg?

Pur non avendo avuto contatti diretti con il Centro di Laimburg prima di arrivare in Italia, sapevo dell'esistenza di un istituto di ricerca di successo e ben conosciuto in Alto Adige solo leggendo la letteratura scientifica e parlando con i miei colleghi ucraini. Quando nel maggio 2022 siamo dovuti fuggire dall'Ucraina a causa dell'aggressione russa, ho visto su un sito di annunci di lavoro dedicato a chi fuggiva dalla guerra, un annuncio in cui si diceva che il Centro di Sperimentazione di Laimburg accettava candidature di ricercatori e ricercatrici. Ho fatto domanda e ho superato il concorso per un contratto di un anno. Io e la mia compagna Valeria siamo molto grati all'Amministrazione provinciale e al personale del Centro di Sperimentazione Laimburg per l'opportunità di soggiornare e lavorare in questi tempi difficili. Ho sempre sognato, come ricercatore, di poter collaborare con scienziati di altri Paesi ma, ovviamente, non immaginavo che avvenisse in queste circostanze. Attualmente lavoro nel gruppo di lavoro "Piccoli Frutti e Drupacee", dove collaboro alle sperimentazioni sul ciliegio dolce. Il gruppo ha una grande varietà di sperimentazione in corso, dalle selezioni varietali con oltre 70 varietà di ciliegie, oltre a prove sui sistemi di allevamento e sull'applicazione di regolatori di crescita. Collaboro anche con il gruppo di lavoro Fisiologia in Frutticoltura che sta conducendo, tra gli altri, sperimentazioni molto interessanti su come migliorare la colorazione delle mele.

Quanto “pesa” economicamente l'agricoltura in Ucraina e quanto era importante la coltivazione del ciliegio?

L'Ucraina è il Paese più grande d'Europa, con una superficie doppia rispetto all'Italia. Non ha molte montagne, quindi non sorprende che sia uno dei principali produttori di colture agricole al mondo, soprattutto cereali, girasoli e barbabietole da zucchero. Produciamo anche molti ortaggi, frutta e bacche. Il ciliegio dolce è probabilmente la coltura da esportazione più importante dell'Ucraina, con una produzione di circa 75 mila tonnellate l’anno. Melitopol è considerata la capitale delle ciliegie dolci, dove si concentrano sia la ricerca, che i principali siti di produzione. La città ha anche un festival dedicato alle ciliegie ogni giugno, oltre a numerosi monumenti e murales che raffigurano ciliegie.

C'è una differenza notevole tra le colture del ciliegio in Ucraina e in Alto Adige?

Poiché in Alto Adige il volume di produzione delle ciliegie non è molto alto e anche perché la terra costa molto, la tecnologia di coltivazione è molto intensiva, con frutteti ad alta densità, sistemi di sostegno con reti antigrandine, reti antinsetto e coperture per la pioggia: altrimenti, la produzione, semplicemente, non sarebbe redditizia. Inoltre, la produzione qui è fortemente concentrata su due sole varietà, "Kordia" e "Regina". Nel sud dell'Ucraina, invece, la produzione è molto più abbondante, le dimensioni medie delle aziende agricole sono maggiori; quindi, c'è un mix tra frutteti intensivi moderni e frutteti tradizionali con grandi alberi. La scarsità d'acqua costringe gli agricoltori ucraini a concentrare la maggior parte delle loro tecnologie di coltivazione su questo aspetto, scegliendo portainnesti e varietà resistenti alla siccità e utilizzando solo l'irrigazione a goccia. Inoltre, la ricerca e la produzione si concentrano sulla ricerca della varietà di ciliegio più precoce per arrivare sul mercato all’inizio della stagione, mentre l'Alto Adige arriva a fine stagione.

E la sua esperienza che contributo può dare alla ricerca in Alto Adige?

Venendo da un Paese con un clima molto più arido e continentale, spero di poter trasferire le mie conoscenze ed esperienze su come contrastare le condizioni climatiche estreme che l'industria altoatesina delle ciliegie dolci sta affrontando ora. Ad esempio, la terribile ondata di caldo osservata in Europa nel 2022 è in realtà una condizione tipica dell'Ucraina meridionale. Lo stesso vale per le gelate tardive durante la fioritura o le forti piogge durante la maturazione. Sono fermamente convinto che possiamo contrastare queste condizioni meteorologiche avverse (almeno in parte) preparandoci in anticipo e introducendo pratiche di gestione sostenibile del frutteto, come il mantenimento del microclima ottimale del frutteto o con la potatura, l'irrigazione, ma anche la gestione precisa del carico colturale per preservare la qualità dei frutti.

Quali differenze ha rilevato nell’ambito della ricerca in Ucraina e in Alto Adige? Penso in particolare alle opportunità per i ricercatori, almeno prima della guerra..

Ho iniziato a lavorare al Centro di Sperimentazione di Laimburg solo nell'agosto 2022, quindi non posso fare un confronto preciso tra la vita nella ricerca nei due Paesi. Ma credo che la differenza principale sia che la ricerca agricola in Ucraina è costantemente sottofinanziata. Quindi, anche se i temi della ricerca e i tipi di prove sono paragonabili, gli scienziati altoatesini hanno un accesso migliore a strumenti moderni, laboratori e altre attrezzature per portare avanti i progetti, rispetto all'Ucraina. Tra gli altri aspetti positivi ci sono il fondo destinato alle pubblicazioni su riviste prestigiose e la stretta collaborazione tra università e istituti di ricerca locali che consente agli scienziati di accedere alla maggior parte delle principali banche dati con conoscenze scientifiche aggiornate.

Cosa significa per lei fare il ricercatore?

Essere un ricercatore significa innanzitutto essere libero. Credo che la scienza sia quasi una forma d'arte che ci permette di esprimere noi stessi quando conduciamo gli esperimenti per capire i segreti della natura, perché la maggior parte dei problemi scientifici può essere affrontata da diverse angolazioni e punti di vista. Noi ricercatori siamo quasi come bambini che hanno fatto della grande curiosità il loro lavoro.













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