«Più donne nei posti apicali: serve una svolta, tocca a noi»
Samantha Endrizzi ha 47 anni e guida l’associazione famiglie cattoliche. «Sogno un mondo in cui uomini e donne siano davvero intercambiabili»
SALORNO. «Sto, da sempre, dalla parte delle donne ma non sono femminista. Sogno una società con un modello scandinavo in cui uomini e donne siano davvero intercambiabili»: a parlare è Samantha Endrizzi, direttrice provinciale dell'associazione delle famiglie cattoliche (Kfs, Katholischer Familienverband Südtirol), che in paese hanno ribattezzato da tempo "ciclone Samantha" per la grande energia che mette in ogni cosa che fa ma anche per una certa ostinazione nel raggiungere i risultati che si prefigge. È così anche in politica, dove è al terzo mandato da assessora.
Partiamo dall'inaugurazione della Casa di riposo di Salorno, un vero gioiello tra le Rsa: lei invece di applaudire brontolò facendo arrossire anche il sindaco…
Lo ricordo bene e, con il senno di poi, posso dire che ogni tanto dovrei imparare a essere più diplomatica. Ma in quel caso ci ero rimasta davvero male, perché avevano realizzato una struttura modello senza pensare al verde, che invece era stato progettato. Gli alberi, e di questo sono fermamente convinta, sono importanti non solo per l'occhio ma anche per lo stato psicofisico degli anziani e per le persone che lavorano in certi ambiti.
Lei di gavetta ne ha fatta parecchia. Ma partiamo dalla sua famiglia: in che contesto è cresciuta?
Mia mamma ha fatto la contabile in Comune mentre papà ha lavorato come mediatore nel settore della frutta e verdura. Sono sempre stata "tosta", fin da piccola.
Che scuole ha fatto?
L'Istituto tecnico femminile di Merano, indirizzo biotecnologico. In un secondo momento mi sono laureata alla triennale dell'Università di Trento in economia e gestione aziendale.
Prima diventare direttrice dell'associazione famiglie cattoliche ha girato diversi settori. Per scelta?
Sì, sono curiosa e mi piacciono le nuove sfide. Sono partita in banca ad Appiano, poi sono passata al Catasto a Caldaro. Quindi ho voluto sperimentare l'ostello della gioventù, dove si era aperta una posizione, e a seguire è stata la volta della Laurin Events. Ho sperimentato il settore lattiero-caseario prima alla Mila e infine alla Federazione latterie Alto Adige. Poi ho colto l'opportunità della direzione al Kfs.
Si sente un piccolo "ciclone"?
Per me è un bel complimento, visto che non sto quasi mai ferma. Sono dell'idea che se si vuole cambiare qualcosa bisogna iniziare a farlo da dentro. Io, finora, ho sempre scelto di mettermi in gioco in prima persona. Protestare per il gusto di farlo ha poco senso.
E le altre donne?
Molte, soprattutto in ambito rurale, preferiscono restare defilate.
Perché?
Forse perché noi cerchiamo, o inseguiamo, la perfezione nella vita: tanto al lavoro quanto in ambito familiare.
E gli uomini?
Ce l'hanno nel Dna: si buttano e ci provano a prescindere. A volte trovo che dovremmo fare lo stesso. Anche perché la preparazione non ci manca di sicuro. Tra i temi che tratta quotidianamente ci sono anche conciliabilità e gender gap.
A che punto siamo?
Sogno il modello scandinavo in cui uomini e donne sono intercambiabili. Ma mi rendo conto che c'è ancora molto da fare. Mi piacerebbe, ad esempio, vedere più maschi a scuola e negli asili, perché nell'educazione è molto importante anche il punto di vista maschile. Vedrei bene gli uomini anche a stirare, stendere i panni e le donne nei lavori tecnici. Bisogna cercare di invertire il paradigma fin dalla nascita.
Come?
Non troverei scandaloso far giocare anche i maschietti un po' con le bambole e le femmine con le macchinine. Anche gli uomini sono sensibili e devono capire che è normale piangere. Per tutti.
Come stiamo ad asili nido a Salorno. C'è lista d'attesa?
Al momento no. Ma la situazione è fluttuante e può cambiare da un mese all'altro.
Mai pensato di avere figli?
Non ho potuto ma mi è capitato di pensare di adottarne. Poi dipende dal compagno, dall'età e da molto altro. Diciamo che sono felice di aiutare e sostenere le coppie che arrivano da me.
Nel 2025 aveva pensato di lasciare la politica. Perché?
Sono entrata dopo essere stata contattata dall'ex vicesindaca Marlene Tabarelli. Poi, dopo 10 anni da assessora, ritenevo fosse giunto il momento di lasciare largo ai giovani. Ma non si trovavano donne e non me la sono sentita di mollare.
Tre difetti e tre pregi…
Sono solare, determinata e pignola ma al tempo stesso mi arrabbio, sono permalosa e dico sempre di "sì".
Il suo prossimo viaggio?
In America, guardi tra due ore ho l'aereo. La vita è troppo breve e bisogna anche cercare di godersela appena si può.