Arredo urbano

Piazzetta Noldin, a Magré spariti quasi tutti i paletti in ferro 

La vecchia giunta optò per una serie di paletti in ferro, ben 16. Ma ora il sindaco Bonell ha scelto le fioriere lasciando il divieto di parcheggio (tranne mezzi autorizzati)


Bruno Tonidandel


MAGRE'. È cambiato il sindaco a Magré e, fra le altre cose, è cambiata anche la piazzetta intitolata a Josef Noldin. Era stata inaugurata nel mese di dicembre del 2014, seguita da una serie di polemiche in paese, quando a capo dell’amministrazione comunale c’era Theresia Degasperi Gozzi.

Le polemiche erano nate perché la sindaca si era fermamente opposta all’utilizzo della piazzetta, a ridosso del campanile, come parcheggio pubblico. Per evitare quindi l’accesso alle automobili, la sindaca e la sua Giunta comunale, approvò l’utilizzo di una serie di paletti in ferro, per l’esattezza 16, infissi sul terreno.

La decisione non piacque a un gruppo di residenti della zona che avrebbe avuto la possibilità di collocare i propri mezzi motorizzati, anche perché in quegli anni il paese non abbondava di parcheggi pubblici. Polemiche più vivaci si ebbero con alcune famiglie che abitavano, e abitano tuttora, all’ombra del campanile, che hanno un posto-auto autorizzato ai margini della piazzetta e che si sono trovate a disagio nel sistemare i loro mezzi appunto per colpa dei paletti metallici.

Theresia Degasperi Gozzi non tornò sulle proprie decisioni e piazzetta “Josef Noldin” rimase come venne inaugurata fino a poche decine di giorni or sono.

Al posto della signora Degasperi, ora a guidare il Comune di Magré c’è Andreas Bonell che provvide a modificare il progetto della piazzetta, eliminando quasi tutti i paletti in ferro – peraltro antiestetici - che ostruivano il passaggio delle auto e ponendo alcune fioriere. È rimasto però il divieto di parcheggio ad eccezione dei mezzi meccanici delle famiglie autorizzate.

Ricordiamo che la piazzetta a ridosso del campanile riveste un’importanza storica ed artistica. Da scavi effettuati anni or sono sotto la direzione dell’archeologa Catrin Marzola, sono venuti alla luce reperti appartenenti ad una chiesa gotica e sotto di questa resti di una chiesa romanica.

Sotto il pavimento sono state rinvenute delle monete che hanno consentito di datare i reperti, ma anche resti di un cimitero.

Nella zona ad Ovest sono stati portati in superficie reperti ancora più antichi: un muro massiccio risalente al primo secolo avanti Cristo, affreschi di grande qualità e spezzoni di ossa bruciate che testimoniano la presenza di abitazioni e di un vallo di protezione di un insediamento retico.

Secondo la dottoressa Marzoli, gli scavi hanno portato alla luce testimonianze sulla millenaria presenza di insediamenti umani sul conoide di Magré, utilissimi ritrovamenti che arricchiscono non solo la storia del paese ma anche quella dell’Alto Adige.













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Valeria Frangipane

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