Mobilità

Posteggio per i Tir, si accende la polemica

Nella riunione organizzata dall’A22 a Termeno è stato illustrato il progetto per la realizzazione al casello autostradale di Egna-Ora di 139 stalli destinati ai camion e anche alle auto


Bruno Canali


TERMENO. Pro e contro, a Termeno, in occasione di un’affollata assemblea pubblica, per quanto riguarda i piani futuri dell’A22, perché se, sostanzialmente, tutti sono d’accordo che la concessione autostradale debba passare alla Provincia, quando poi si è trattato di approfondire le opere che dovranno essere fatte in un arco di tempo che arriverà fino al 2050, fra vertici dell’A22 (erano presenti il presidente Hartmann Reichhalter e il direttore tecnico generale, ingegner Carlo Costa) e pubblico in sala, si è “alzato un muro”.

In particolare, non piace per nulla, alla gente della Bassa (almeno secondo i presenti alla riunione), la scelta di realizzare, all’uscita del casello autostradale di Egna-Ora, ma su territorio comunale di Termeno, su una superficie di un ettaro e mezzo, un’area di parcheggio e servizio per i mezzi pesanti, della capienza di 139 stalli. Così come suscita notevoli perplessità, l’idea della “terza corsia dinamica” fra Bolzano e Verona, attrezzandola con un sistema di controllo remoto che ogni 550 metri di autostrada monitorerà il traffico per riconoscere automaticamente i mezzi pesanti.

Il problema di base riguarda, appunto, il traffico pesante fra il Brennero e Verona, con migliaia di Tir che transitano ogni giorno e che – hanno spiegato i relatori – quando al Brennero nevica, così come quando l’Austria decide di chiudere ai mezzi pesanti, mandano in tilt la circolazione. «Occorre a tutti i costi tenere in autostrada questi mezzi pesanti – ha spiegato l’ingegner Costa – e per farlo servono le infrastrutture, come le aree di sosta, altrimenti si rischia di vederli dirigere sulla statale e non si potranno bloccare». Spiegazioni che non hanno convinto i presenti, in larga parte preoccupati per quanto riguarda il sacrificio di aree verdi per far spazio a centinaia di camion di ogni dimensione in sosta durante i loro spostamenti.

Complessivamente si parla di investimenti per 7 miliardi e 241 milioni di euro lungo la tratta Modena-Brennero, per finanziare una lunga serie di progetti che vanno dalla corsia dinamica alle aree di sosta, al rifacimento di ponti e cavalcavia, fino alle opere di messa in sicurezza e alle aree di servizio lungo il percorso e di riorganizzazione della viabilità, come a Bolzano nord e sud ad esempio.

«Complessivamente, fino al Brennero, prevediamo la realizzazione di 2.576 stalli in aree di sosta - ha spiegato l’ingegner Costa - e di questi, 750 per mezzi pesanti. Tre le aree di servizio nella provincia di Bolzano, con una spesa di 134milioni di euro e verrà rifatta anche quella di Laimburg. Fra i ponti che verranno rifatti c’è anche quello sull’Adige a Vadena, che verrà alzato rispetto al fiume e allargato per la terza corsia dinamica. Per al sola provincia di Bolzano, sulla spesa complessiva di 7 miliardi e241 milioni, l’impegno finanziario ammonterà a 2 miliardi e 816 milioni di euro».

Si è parlato quindi anche di mobilità sostenibile, perché in futuro saranno sempre più le stazioni di ricarica per veicoli elettrici e, a mano a mano arriveranno anche quelle per l’idrogeno. L’ingegner Costa ha anche ipotizzato l’adozione delle “vignette” che servirebbero se non altro per “orientare” il traffico, facendo pagare di più a chi maggiormente inquina, spiegando che l’A22 è quella dove si paga meno e anche questo può essere un incentivo per il traffico pesante. Ha però escluso che in futuro i flussi di traffico commerciale possano ridursi con il trasporto su rotaia in galleria: «da proiezioni fatte – ha detto Costa – si parla di 5 – 8% di camion dalla strada alla rotaia».













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