Salorno, le dieci “sentinelle” del nuovo depuratore

Salorno. L’impianto di depurazione delle acque nere di Salorno, inaugurato proprio qualche giorno fa, è all’avanguardia per la tecnica del trattamento delle acque. Viene telecontrollato da tecnici...



Salorno. L’impianto di depurazione delle acque nere di Salorno, inaugurato proprio qualche giorno fa, è all’avanguardia per la tecnica del trattamento delle acque. Viene telecontrollato da tecnici che hanno sede al depuratore di Termeno. In pratica l’opera di Salorno “lavora” in modo autonomo e solo una volta al giorno, o in casi di emergenza, riceve la visita di un tecnico. Riesce ad abbattere il 98% del carico organico contenuto nelle acque che arrivano al depuratore non solo dal capoluogo, ma anche dalle due frazioni, Pochi e Cauria e che poi, depurate, vengono riversate nel vicino Adige. Ma come funziona questo impianto che è costato la bellezza di 4,5 milioni di euro? Al termine della cerimonia di inaugurazione, l’altro giorno, con benedizione e taglio del nastro, i tecnici hanno accompagnato gli invitati alla festa lungo un percorso per spiegare le fasi di depurazione delle acque. Noi, assieme al sindaco di Magré, la signora Theresia Degasperi Poles, forse privilegiati, siamo stati accompagnati dal direttore di Eco Center che gestisce l’impianto, il dottor Marco Palmitano. Il percorso inizia con l’arrivo da Salorno e dalle frazioni, delle fognature dei 6 mila residenti e che sono cariche di materiale grossolano come plastica, legno, sassi, carta, cotton fioc. Il primo trattamento è così la rimozione di questi corpi estranei grazie a dei filtri particolari. Il secondo processo riguarda la separazione delle sabbie per sedimentazione naturale e la separazione di oli e grassi in superficie che avviene attraverso insufflazione di aria che assicura una limitata turbolenza, impedendo anche la sedimentazione di sostanze organiche. A questo punto le acque reflue parzialmente depurate si immettono in più vasche nelle quali viene immessa aria: l’ossigeno nutre i batteri presenti nell’acqua che si cibano così delle sostanze organiche. Con l’aggregazione dei batteri di famiglie diverse, si formano fiocchi di fanghi che precipitano sul fondo perché più pesanti. A questo punto l’acqua può definirsi depurata e pronta per essere convogliata nell’Adige che scorre proprio quasi a fianco dell’impianto. Il dottor Palmitano ci ha poi manifestato la sua preoccupazione in quanto gli impianti di depurazione moderni non riescono ancora ad abbattere i residui di alcuni medicinali come il Diclofenac, antiinfiammatorio e il Carbamazepina, antidepressivo per il trattamento dell’epilessia.

Il responsabile del settore depurazione dell’impianto di Salorno è Gianluca Simion che si avvale di una decina di tecnici che risiedono al depuratore di Termeno ma che hanno in carico anche quello appena entrato in funzione di Salorno. Al termine dell’inaugurazione questo manipolo di tecnici sono stati chiamati sul palco e omaggiati con un lungo applauso, anche perché sono loro i responsabili del buon funzionamento dell’impianto. Ecco i loro nominativi: Markus Vettori capoimpianto di Termeno, Ivano Matuzzi, Ambros Lazzeri, Hannes Sinn, Jakob Zelger, Ivan Portner, Giuseppe Riccio, Renato Piffer e Helga Zwerger che riveste la carica di segretaria nell’ufficio di Termeno. B.T.

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