Schuler: «La svolta bio? Non conviene a nessuno» 

Critico l’assessore. «Nessun ambito è così ben controllato come la tutela fitosanitaria» «Ricordiamoci che i posti di lavoro diretti e indiretti in Provincia nella frutticoltura sono 36mila»


Massimiliano Bona


Appiano/egna. «La svolta bio? Non conviene a nessuno»: l’assessore provinciale Arnold Schuler replica, a muso duro, fornendo una serie di dati e soffermandosi sulle possibili conseguenze del disegno di legge provinciale n.11/19 sulle «Norme in materia di tutela fitosanitaria», presentato nei giorni scorsi nella seconda commissione legislativa.

I prodotti fitosanitari.

«Nessun ambito è così ben controllato come la tutela fitosanitaria. I prodotti fitosanitari sono le sostanze attive meglio testate e la procedura di autorizzazione è lunga, costosa e scrupolosa. L’autorizzazione di sostanze attive comporta un esame approfondito degli effetti sulla salute e sull'ambiente, indipendentemente dal modo in cui sono prodotti. In entrambe le forme di coltivazione, convenzionale e biologica, vengono utilizzati solo preparati i cui effetti sulla salute sono stati testati per anni».

Le conseguenze di una conversione totale «bio».

Secondo i dati forniti dalla Germania - citati da Schuler - una conversione al 100% verso il metodo di produzione biologico comporterebbe una diminuzione dei raccolti fino al 40 per cento (dati Greenpeace ndr).«La conversione verso l’agricoltura biologica comporta anche una maggiore intensità di lavoro e di risorse umane. Gli agronomi dell’università Humboldt di Berlino e dell’Agripol hanno calcolato in uno studio condotto nel 2013 che con la conversione totale all'agricoltura biologica in Germania verrebbero prodotte 12,1 milioni di tonnellate in meno di grano all'anno. Ciò corrisponde alla quantità di cui hanno bisogno ogni anno 184 milioni di persone per nutrirsi (ovvero tutti gli abitanti di Germania, Francia e Polonia insieme).Una conversione al 100 per cento verso l’agricoltura biologica significherebbe cambiare radicalmente le abitudini alimentari, fare a meno di molti prodotti vegetali locali e mangiare meno carne. L'uso dei fitofarmaci è anche una questione di stile di vita: quanto dovrebbe costare il cibo? Di quanta carne abbiamo bisogno?».

Obiettivi realistici e posti di lavoro.

«Renate Künast, l’ex ministro federale per l'agricoltura dei Verdi, nel 2002 aveva posto il 20% di agricoltura bio come obiettivo da raggiungere entro il 2010. Ad oggi la percentuale di agricoltura biologica in Germania è del 7,5%. Adesso è stato posto come obiettivo l’aumento al 20% del bio sull’intera superficie agricola. La vedo dura, perché la domanda dovrebbe crescere di conseguenza».

Schuler parla poi di occupazione e tutela dell’ambiente. «I frutteti altoatesini producono ossigeno per 1,2 milioni di persone e catturano 45 mila tonnellate di CO2 all'anno. I posti di lavoro diretti e indiretti nella frutticoltura in Alto Adige sono 36mila».















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