Sfida in punta di fioretto tra due assessore a Vadena
Il caso. Dopo lo scioglimento della Civica di Beati, Sarka Jancarova replica all’affondo di Martine Parise «Sono straniera, qui da 28 anni: voglio promuovere il cambiamento nel paese in cui non sono nata»
Vadena. Non siamo (ancora) arrivati al testa a testa - con reciproci scambi di accuse - della coppia Caramaschi-Gennaccaro a Bolzano, ma poco ci manca. A Vadena stiamo assistendo, infatti, ad un interessante duello, in punta di fioretto, tra le due assessore Šárka Jančarová Ferro e Martine Parise, dopo la notizia – diffusa in anteprima dall’Alto Adige - relativa alla nascita di due liste civiche sulle ceneri di quella fondata dall’attuale primo cittadino Alessandro Beati e da Omar Bernardi. Due donne capaci e motivate potrebbero sfidarsi, dunque, per la carica di sindaco. Dopo le precisazioni di Martine Parise, che aveva rimproverato alla “collega-rivale”di non aver voluto una votazione democratica in seno alla Civica di Beati, è arrivata la piccata risposta di Šárka Jančarová Ferro, attuale assessora al bilancio e al sociale.
Lo scioglimento della Civica di Beati e Bernardi.
«Vorrei solo precisare - commenta l’assessora Ferro Jancarova - che la lista Civica si è sciolta in modo democratico. Alla riunione sono stati invitati tutti i candidati delle ultime tre legislature (2005, 2010 e 2015) e si è discusso tutti insieme del futuro. La Lista Civica è stata sciolta quasi all’unanimità: c’è stato, infatti, un solo voto contrario».
«Sono una “straniera” qui da una vita».
Sarka, poi, passa al contrattacco sottolineando di non essere una straniera intenzionata a «fare il 48» nel Paese in cui non è nata ma risiede da una vita e in cui intende trascorrere il suo futuro. «In questi giorni si è parlato di me, di una semplice straniera che intende promuovere il cambiamento in un Comune in cui non è nata, ma nel quale è cresciuta, nel quale vive e intende vivere per il resto della propria vita. Sono nata a Lanskroun, in Repubblica Ceca, in una famiglia come tante e ho passato gli ultimi 28 anni in Alto Adige, di cui dieci nella Bassa Atesina, precisamente a Vadena. Sono sposata, ho una figlia di dodici anni e lavoro nel settore sociale».
I dubbi del 2015.
«Nel 2015 sono stata combattuta fra l'aspirazione di rendermi utile al mio paese e i dubbi connessi alla mia provenienza etnica. Non voglio essere vittima di una politica clientelare, pettegola, disfattista. Ma sentivo e sento il bisogno di donare incondizionatamente le mie capacità, il mio tempo, le mie idee, le mie passioni a tutti. Si deve rischiare per le cose che ci interessano veramente e avere coraggio nella vita. Oggi sono l'assessora al bilancio, allo sport, all’intercultura, ai giovani, agli anziani e alla famiglia oltre che vicepresidente del comitato al distretto sociale e fondatrice e presidente di un’associazione di promozione sociale no profit».
Il futuro.
«ho particolarmente a cuore temi come la famiglia, la casa e progetti per i giovani e anziani, la collaborazione tra associazioni, il verde e gli spazi pubblici, il recupero del piano urbanistico a Birti, la rete sociale tra i Comuni, il sostegno concreto ai gestori dei servizi pubblici e agli agricoltori. Senza dimenticarsi di asili, elementari, della microstruttura e delle strutture sportive. Sono libera da qualunque interesse personale e legata a nessun "potere locale”. Sono una orgogliosa cittadina di Vadena e sono anche una mamma, con le esigeenze e le preoccupazioni di qualsiasi altro cittadino. Le stesse che avete voi. Penso che le politiche vadano impostate per il futuro, non guardando al passato. Il futuro sono le nuove generazioni: sono loro ad avere i bisogni più grandi nell’istruzione, nella sanità, nello sport, nello svago e nei consumi».