Il caso

Treni regionali, passeggeri stipati come sardine 

La denuncia dell’ex consigliera di Egna Patrizia Coletti: «Il 15 novembre scorso un vero delirio». «Ho sporto reclamo a Trenitalia e Sad che si rimpallano il problema ma l’emergenza è adesso»


Massimiliano Bona


EGNA. L’ex consigliera comunale di Egna Patrizia Coletti viaggia spesso soprattutto sul tratto Trento-Bolzano (e viceversa) ed è stanca di dover restare a bordo di treni strapieni, dove spesso non viene nemmeno controllato il Green Pass e non vengono rispettate le distanze. Di qui la decisione di denunciare una situazione ormai insostenibile.

L’ultimo episodio è accaduto il 15 novembre scorso e non avendo ottenuto risposte convincenti da Trenitalia e Sad Coletti (passata da poco a Fratelli d’Italia) ha deciso di raccontare le condizioni limite con cui molti pendolari e non sono costretti a convivere soprattutto sui treni regionali. Il rimpallo di responsabilità tra chi dovrebbe garantire comunque sempre il rispetto delle regole è davvero intollerabile.

«In ambito di emergenza Covid diventa indispensabile sollevare e richiamare l’attenzione su situazioni eclatanti sui nostri mezzi di trasporto ai fini di migliorarli. Mi riferisco a ripetuti episodi di sovraffollamento che si verificano ormai da troppo tempo, dopo il ritorno alla semi-normalità della circolazione delle persone e all’utilizzo dei mezzi pubblici. Riscontro un’enorme differenza nelle verifiche su passeggeri e capienza sui convogli provinciali e su quelli ad alta velocità. Su questi ultimi viene controllato il Green Pass ma anche la mascherina e la capienza. Funziona anche un sistema di igienizzazione dell’aria ogni tre minuti.

Sui nostri treni più volte a partire da settembre 2021 nelle fasce di punta in direzione nord (da Trento a Bolzano) e di rientro pomeridiano direzione sud (da Bolzano a Trento) si verificavano sovraffollamenti inaccettabili per la pandemia. L’ho fatto presente al personale addetto senza alcun riscontro, mi è stato risposto che la capienza era dell’80 per cento anche se era evidente che i tanti passeggeri in piedi sostenevano il contrario.

L’episodio del 15 novembre scorso è censurabile: si tratta del treno 1826 da Trento a Bolzano in cui i passeggeri erano stipati negli scompartimenti nonché nei corridoi, senza possibilità di movimento. Ciò rappresenta la violazione non solo delle misure anti Covid ma della stessa sicurezza dei passeggeri.

Presentato il reclamo a Trenitalia la stessa ha girato il problema a Sad e Sad ha risposto che i treni non sono solo loro e che provvederà. Non è questione di futuro ma di presente e le varie Società di gestione Trenord, Sad, Rfi, Trenitalia devono costantemente garantire il rispetto delle norme di sicurezza. Le conseguenze le conosciamo tutti. Invito gli amministratori a vigilare su questi eventi e istituire dei bus aggiuntivi alle corse nelle fasce di utilizzo più frequentate da lavoratori e studenti e ad un controllo reale sui convogli per il bene collettivo. In mancanza di ciò si vanificano tutti i controlli all’ingresso dei posto di lavoro, delle scuole e dei vari esercizi pubblici in quanto il virus viaggia indisturbato e si trasmette senza ostacoli».













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