lo scandalo

Veleni in casa Svp, ora si infuria la base 

Parlano gli amministratori della Bassa Atesina. Mayr: «Andiamo nelle case a fare tessere e dobbiamo giustificarci». Jost e Seppi: «C’è chi si deve fare da parte». Oberhofer: «Difendo Kompatscher e Achammer ma non chi gravita attorno a loro»


Massimiliano Bona


BASSA ATESINA. I veleni interni alla Svp, legati a donazioni e intercettazioni, hanno provocato la reazione stizzita della base. Che chiede decisioni rapide, maggiore trasparenza e un passo indietro di chi ha macchiato l’immagine del partito. «Noi sindaci di periferia - sottolinea Manfred Mayr, sindaco di Cortina - stiamo andando di casa in casa a fare le tessere e dobbiamo giustificarci con gli elettori per fatti oggettivamente gravi. Non possiamo certo comportarci come gli struzzi e nascondere la testa sotto la sabbia. Il partito di raccolta è specchio delle società e non credo sia strano o impossibile trovare una mela marcia. Ora chiediamo a chi comanda di analizzare lucidamente la situazione e prendere decisioni inattaccabili. Entro due settimane al massimo sarà tutto più chiaro».

Karin Jost, sindaca di Egna, non fa nomi ma sottolinea come «la discussione debba concentrarsi più sui contenuti che sulla forma. Se qualcuno ha detto qualcosa per screditare altri deve risponderne e il partito deve trarne le conseguenze. La base chiede risposte trasparenti per continuare a votarci. Per fare politica serve anche lealtà che è venuta palesemente meno. Auspico che qualcuno faccia un passo indietro».

Giovanni Seppi, vicesindaco di Laives, ne fa anche una questione di tempi. «C’é chi dovrebbe avere l’intelligenza di farsi da parte per ciò che ha detto. Questa volta ci sono stati troppi colpi sotto la cintura, anche se sappiamo bene che al nostro interno ci sono due fazioni forti. Il partito deve fare chiarezza in fretta per consentirci di tornare a parlare ai nostri elettori a testa alta. Sulle donazioni stiamo già lavorando per garantire maggiore trasparenza».

Per l’assessore comprensoriale Edmund Lanziner «questa volta c’è chi ha davvero esagerato e ciò non ha certo giovato alla nostra immagine. Vorrei, peraltro, conoscere tutte le carte in tavola». Per Roland Lazzeri, primo cittadino di Salorno, «è mancato totalmente il rispetto tra persone e qualcuno dovrebbe farsi un serio esame di coscienza. Pensare di continuare a lavorare assieme per il bene della comunità con questi presupposti non è possibile».

Monika Hilber, sindaca di Montagna, si dice «fortemente delusa, tanto che inizialmente faticavo a credere che fosse accaduto davvero. Servono decisioni chiare che poi dovremo comunicare al nostro elettorato. Dobbiamo continuare ad essere credibili e i fatti legati a intercettazioni e donazioni lasciano aperti molti punti interrogativi». Ci sono, poi, almeno un paio di sindaci che difendono la coppia Kompatscher-Achammer ma condannano gli “squali” che girano loro attorno.

«C’é stata una lotta senza esclusione di colpi - commenta il sindaco di Termeno Wolfgang Oberhofer - con comportamenti inaccettabili. È mancata lealtà all’interno della stessa squadra ma il problema non riguarda Obmann del partito e governatore, ma chi ruota loro attorno. Anche sulle donazioni è mancata trasparenza, soprattutto verso gli Ortsobleute, i referenti locali del partito. La nostra immagine, come Sammelpartei, ne risentirà ma dobbiamo essere bravi a ricompattarci in fretta». Elmar Oberhofer, sindaco di Vadena, ritiene che «la Volkspartei resterà ancora a lungo alla guida di questa provincia. Achammer sta facendo un buon lavoro, al pari di Kompatscher. Non abbiamo fatto di sicuro una bella figura ma dobbiamo ritrovare in tempi brevi forza e brillantezza».













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