L'intervista

Walter Pardatscher: «Il casco in bici mi ha davvero salvato la vita» 

L’ex ad di Autobrennero e attuale direttore generale della Vog racconta i postumi dell’incidente di inizio giugno a Termeno: «Mi hanno tagliato la strada e sono finito sul parabrezza di un furgone con fratture a mandibola, zigomo e orbita»


Massimiliano Bona


SALORNO. «Il casco mi ha salvato la vita perché ha attutito il colpo»: a parlare è il manager di Salorno Walter Pardatscher - ex ad di Autobrennero e attuale direttore generale del Consorzio Vog - rimasto vittima di un incidente in bicicletta all’inizio di giugno a Termeno.

Un furgone gli ha tagliato la strada e nell’impatto il ciclista (che è anche consigliere comunale ed ex Obmann Svp a Salorno) ha rotto il parabrezza e ha perso conoscenza. Si è trattato di un trauma facciale importante, che ha interessato mandibola, zigomo e orbita. «È stato necessario un intervento chirurgico e per guarire servirà tempo».

Ingegner Pardatscher, facciamo un passo indietro. Cosa ricorda dell’incidente?

Assolutamente nulla. Ho un vuoto di memoria che inizia circa 10 minuti prima del sinistro e finisce circa un’ora e mezza dopo. Ho come rimosso il fatto, forse anche come forma di autodifesa.

I medici le hanno confermato che il casco le ha salvato la vita?

Direi che per i traumi che ho riportato è abbastanza evidente. Il casco ha attenuato notevolmente l’impatto con il furgoncino e il trauma è stato facciale ma non cranico per fortuna. Un trauma importante, certo, ma se non avessi indossato il casco temo che non avrei potuto raccontare nulla.

Lei è stato ricoverato una decina di giorni ma per rimettersi al meglio saranno necessarie diverse settimane. È esatto?

Sì, nell’immediatezza dell’incidente per ricomporre le fratture i medici hanno utilizzato piastre e viti. Tra otto-nove mesi gli specialisti contano peraltro di rimuoverle.

È già rientrato al lavoro?

Non ancora. Diciamo che non sono più blindato a casa anche se devo seguire una serie di accorgimenti e fare diverse visite di controllo. Proprio questa settimana i medici hanno trovato una piccola infiammazione e dovrò assumere antibiotici.

L’importante, in questi casi, è poter raccontare quanto accaduto. Giusto?

Di sicuro, visto l’impatto particolarmente violento, poteva andare decisamente peggio. Quando in paese la voce ha iniziato a girare sono stati in molti a chiedermi come stavano andando le cose ed è stato bello poter rassicurare tutti.

Ricorda che tipo di furgoncino l’ha investita?

No, nemmeno quello. In questa fase di convalescenza le mie priorità sono altre. Può essere semplicemente che il mio inconscio abbia voluto rimuovere tutto.

È di grande importanza, oggi pià che mai, il messaggio che lei vuole lanciare...

Sì, lo credo anch’io. Il casco, anche in bicicletta, ti può salvare la vita. Vale tanto per i bambini quanto per gli adulti e gli anziani. A testimoniarlo è proprio la mia vicenda personale.

Significativa un’indagine del 2021: secondo i dati dell’Automobile Club austriaco, il rischio di riportare ferite mortali senza casco in bici, è di oltre il 50%. Eppure solo un utente su 10 indossa l’elmetto sul monopattino, poco più sulle biciclette.













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