«Bolzano è ostaggio dell'overtourism e del pendolarismo»
L’urbanista Francesco Sbetti fotografa la situazione del capoluogo a margine del talk di “39100 Bz”
BOLZANO. Il problema di Bolzano non è (solo) traffico e infrastrutture mai più realizzate da almeno 30 anni. E non è neppure (solo) l'emergenziale, e per certi versi inedita in queste dimensioni, invasione turistica. La questione è che la città è finita in mezzo ad un problema senza aver ancora risolto l'altro: «È la somma dei due a creare adesso una situazione mai vista prima», dice Francesco Sbetti.
Lui, docente di urbanistica nelle università, membro del consiglio nazionale Inu, l'istituto di urbanistica, è anche uno dei padri del nostro Masterplan. Un piano che ha previsto tutto ma che è rimasto sulla carta. E quando i problemi dalla carta finiscono sulla realtà son dolori.
Dunque ci si trova ora ad affrontare l'"overtourism" con sulle spalle un irrisolto "over-trafic". E si fanno i blocchi alle entrate del centro.«Nel mentre - osserva Sbetti - si continua invece a spendere i soldi della tassa di soggiorno per incrementare un marketing aggressivo che spinge grandi masse di visitatori in una città fino a qualche anno fa protagonista solo di sponda di questi fenomeni». Quindi, o si interrompe questa spirale, o si accetta di essere finiti in un'altra dimensione: che è quella - dice ancora Sbetti - di una Bolzano che è diventata essa stessa meta turistica. È su questo punto che i problemi vengono al pettine: non averlo previsto o averlo accettato senza contromisure.
Sbetti è stato di nuovo protagonista del talk di "39100 Bz" di Renato Sette proprio sull'overtourism, con tra gli altri, gli esperti Eurac e Ipl insieme all'architetto Andrea Boschetti e a Chiara Manente già direttrici del centro studi sull'economia turistica. Con scenari di questo tipo: permanenza media del visitatore passata a 4,3 giorni, 8,5 milioni di arrivi in provincia, con un più 0,5 % rispetto allo scorso anno, e 36 milioni di presenze, salite invece del 2,1%.
Professor Sbetti, che ci sta succedendo?
Bolzano, già sottoposta a forti pressioni da parte dei pendolari, è diventata obiettivo essa stessa dei visitatori.
Vuol dire che fino a poco fa riceveva turisti "di rimbalzo" rispetto al territorio?È così. Di questo ci si è resi conto nel mentre accadeva e i problemi si sono raddoppiati.
Dove sta lo snodo in negativo di tutto questo?
Su vari piani. Io inizierei dalla promozione turistica.
Per dire?
L'Alto Adige ha cifre notevoli su questo piano. Sta sui livelli di Venezia o di Firenze. Lei incrementerebbe la spesa per il marketing in località come Venezia o Portofino? In termini di aggressività? Magari no. Invece qui succede. Si spende sempre di più ogni anno.
Una via d'uscita?
Deviare i fondi, penso a quelli molto importanti derivanti dalla tassa di soggiorno a Bolzano, verso investimenti per soluzioni abitative.
A cosa si riferisce?
A un fatto che passa ancora sotto traccia. Molto si discute e ultimamente si fa, penso agli alloggi in zona produttiva, per i lavoratori dell'industria. Ma in una Bolzano che è diventata meta turistica essa stessa sono molto aumentati gli impiegati del settore. Hotel a quattro o cinque stelle hanno bisogno quasi di un lavoratore interno per turista: uno a uno. Li costringiamo a fare i pendolari.
Pensa che esista anche un problema di esplosione numerica dei B&B?
Non so se incida. Immagino invece che sia presente un problema di mancanza di alloggi stabili per chi lavora nel settore turistico. Una tipologia insediativa per certi versi simile agli studentati.
Cosa c'è stato di sbagliato nella programmazione urbanistica e viabilistica per il capoluogo?
Molto. Innanzitutto non aver attuato gran parte del masterplan. Ma poi nel non aver inserito negli schemi programmatici la variabile turismo. Tutto si è pensato ma non di aggiungere l'elemento della massa di visitatori che sarebbero piovuti in un contesto urbano già molto fragile.
Rimedi nel medio periodo, in attesa delle fantomatiche grandi opere che hanno un orizzonte almeno decennale?
Provare a non sommare l'emergenza pendolari con quella turistica. Creare opzioni alternative a chi lavora in città. Altro tema: Bolzano è capoluogo, qui si sono costruiti tutti gli uffici della Provincia. Deve essere sempre e ancora così?
Poi i parcheggi.Ne esistono pochi?
Pochi gli strategici. Cioè quelli che non si trovano solo in centro ma ai margini dello stesso.Alcuni ci sono...Ma sono spesso deserti. Forse perché non ai margini ma molto lontani dal centro. Penso a quello vicino all'autostrada a Bolzano sud: quasi sempre vuoto. Chi arriva da nord si trova invece a che fare con una città che le stesse direttrici di penetrazione di molti decenni fa. Pensiamo solo ai quarantamila pendolari stabili cui si aggiungono le migliaia di nuovi turisti.
Cambi di prospettiva?
Da effettuare anche subito. Prendere atto che Bolzano è meta essa stessa, che le infrastrutture vanno accelerate, ma anche un cambio di mentalità e di cultura: un certo tipo di turismo, soprattutto il mordi e fuggi, va frenato non incrementato con lo stesso marketing di dieci anni fa. P.CA.