Carovita

Bolzano: ciliegie a 19 euro, asparagi a 16 «Ormai sono beni di lusso»

I fruttivendoli allargano le braccia: «Non possiamo farci niente, prezzi già altissimi all’ingrosso»


Paolo Campostrini


BOLZANO. La signora ha gli occhiali. Scruta le ciliegie comunque, chiede il permesso per un assaggio e dice: «Me ne dà un chilo?». Detto fatto. È al quanto che la situazione si ingarbuglia. «È solo mezzo grammo in più - le si risponde- bene lo stesso? Allora sono 19 euro...». Forse gli occhiali non le hanno consentito di fissare bene il prezzo ma al suono di questa cifra batte in ritirata: «No, no, facciamo un paio di etti, poi vedo».Dialoghi di ordinario carovita bolzanino. Ed è qui, sulla trincea dei "duroni" che l'inflazione esce dai grafici del Sole 24 Ore e precipita pesantemente nella borsa della spesa. Al banco di piazza Erbe, lui si giustifica: «Che posso farci, sono primizie...». Poco più in là qualcuno, per evitare scosse telluriche, decide quindi di togliere - forse per la prima volta nella storia - il prezzo al chilo per metterci quello dei 100 grammi: "Solo 1,90". Col cartellino ben piantato in mezzo ai duroni che, visti così, fanno meno paura.

Mirco Benetello, direttore di Conferescenti, sceglie il realismo: «Occorre ammetterlo: le ciliegie sono diventate un bene di lusso». In realtà non solo. Ai Mercati generali si guardano intorno: «La merce ci arriva così. Poi c'è quel minimo di margine per sopravvivere». Ma vi siete fatti un'idea? «Il cambiamento climatico, probabilmente il tempo. Nella campagne sono settimane che piove. Anche in primavera». Aggiunge Benetello: «Una serie di fattori ha fatto sì che, in mesi in cui abbondano le primizie, si sia verificata una situazione di carenza di offerta. Poca frutta e verdura, stessa richiesta, prezzi che schizzano». È una equazione che prova a evocare scenari emergenziali. La realtà è probabilmente più ordinaria: Bolzano sta strappando il primato anche nel mercato. Inteso quello dei banchetti, non solo de in grafici commerciali. Notizia di ieri, battuta dai bollettini del settore: a Milano si vende un chilo di ciliegie a 24 euro. Un incremento inflativo di circa il 20-25% rispetto allo scorso anno.Una volta erano le zucchine a essere state elette a termine di paragone del carovita applicato alla spesa, adesso le ciliegie hanno strappato loro lo scettro. Ma solo per via dei duroni. In verità la frutta sembra oro.Ieri, in piazza Erbe, i pomodori variavano da 9 euro al chilo a 8.90, gli asparagi pronti a toccare e non solo a sfiorare quote inebrianti: 7.90 - 8 euro. Ma solo i verdi. Per i bianchi si rischia ormai la trattativa privata. Si accettano assegni. Piazza Erbe sembra la Borsa di Milano, manca solo il "dito" di Cattelan. Per le ciliegie, sempre loro, ci si strappa la quotazione al millimetro: da quasi 18 euro a 16,90 giusto per invogliare.Un ragazzo cercava i fichi. «Scusi, sono dolci?». Risposta: «Dolcissimi». Bene. Prezzo, quasi 15 euro. «Posso averne uno?».Un pugno di nocciole Piemonte stavano quotando, ieri, non si sa oggi, dai 5 ai 6 euro. Ma proprio un pugnetto. Sale si va di chili meglio ripiegare sulle noccioline, i popolari "bagigi". Le nespole, sì avete letto bene: le nespole a 13 auro al chilo. Kahn e Ahmed, prima con un solo banco, ora anche con quello all'angolo di via Portici dicono: «Proviamo a tenere bassi i prezzi ma le primizie costano anche a noi. Un consiglio? Prendete frutta già in circolo da un po'. Magari pere, qualche pesca...». Lì ancora si ragiona.Anche nei negozi la battaglia della frutta è in corso. «È una stagione così, ma gli aumenti non sono stati drammatici», dicono in via Bottai. E i quartieri? «C'è poca concorrenza - commenta Benetello - visto che molti vecchi verdurai hanno chiuso e quelli che restano sono lì, ad aspettarti. Via Rovigo tiene...». Per il resto solo un banco a Don Bosco, sempre uno in via Piacenza, combattono in due invece a Oltrisarco. Conclusione: se si vuole capire perché Bolzano è testa a testa con Milano per tutto, dalle case ai ristoranti, bastano pochi passi e un'occhiata ai duroni. Si capirà più davanti a loro che in cento convegn













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