A Ponte Adige sta per arrivare un nuovo polmone verde 

Accanto al parcheggio di interscambio. Provincia e Comune stanno trattando. Area estesa e multiuso Uno spazio a disposizione dei quartieri popolari senza verde. Si pensa di realizzare orti da destinare alle associazioni



Bolzano. Bolzano si prepara ad avere un altro polmone verde. Esteso e multiuso. Sarà ai suoi confini, a ridosso di Ponte Adige, a sfilare quasi accanto al fiume. È il risultato di una trattativa, tutt'ora in corso ma per definirne solo i particolari, tra Comune e Provincia. Più precisamente: tra gli uffici del Patrimonio municipali e Sta, il braccio operativo di Palazzo Widmann sul fronte infrastrutturale. La ragione è che proprio Sta è stata incaricata di attuare il progetto del grande snodo intermodale a Ponte Adige, luogo di incrocio tra ciclabili, metrobus e ferrovia. Doveva arrivarci anche il tram ma questo aspetto è finito male. Uno degli elementi più territorialmente impegnativi dell'impresa è la costruzione di un parcheggio di interscambio, proprio nell'area tra il decaduto MeBo Center e il ponte. Il progetto tocca molti piani, dal punto di vista amministrativo: gli interessi strategici di Comune e Provincia, il lavoro di Sta, l'attenzione che Bolzano ha su quell'opera perché considerata decisiva per la gestione futura del traffico dei pendolari. Fitti sono stati dunque i contatti tra i due livelli decisionali, municipio e palazzo Widmann e tra gli uffici coinvolti. E proprio un'area ai margini dell'intervento infrastrutturale, le cui dimensioni sono ancora oggetto di calcolo catastale, è stata al centro di un dare e avere, visto che Sta ha già definito le dimensioni della sua operatività sul costruendo parcheggio. Uno spazio "di risulta" ma considerato dal Comune "estremamente interessante". Ancor prima che la questione sia definita nei suoi dettagli, infatti, già stanno emergendo le prospettive identitarie di questo nuovo polmone verde. Che dovrà avere una funzione vagamente assimilabile ai Prati, icona della predisposizione eco della città. Nel senso che anche l'area di Ponte Adige sarà impiegata con una flessibilità di base in grado di renderlo fruibile rispetto a molte opzioni. Una delle più gettonate riguarda gli orti. A Bolzano c'è una richiesta in continuo incremento per vederseli assegnare. Non solo anziani, ma anche associazioni, gruppi di giovani, scuole, enti sanitari e di assistenza sono alla continua ricerca di spazi autonomi in cui coltivare, fare didattica, creare comunità. Il Comune ne sta ricavando a decine, nei fazzoletti tra casa e casa, soprattutto a Bolzano sud. Ma non bastano mai. Quel polmone potrebbe essere una risposta strategica a questa domanda in continua crescita. Poi, ulteriore progetto in esame, lo spazio di Ponte Adige è in predicato di diventare il punto di arrivo e di partenza di passeggiate, trekking leggero, escursioni in bicicletta. E ancora spazio per giochi e infrastrutture per l'attività fisica. Come, appunto, è accaduto negli ultimi anni sui prati del Talvera. Questi, ai confini della città, sembra che potranno chiamarsi, invece "Prati dell'Adige". E svolgere la stessa funzione di riserva verde e di ossigeno per una città che ha visto infittirsi i propri spazi costruiti per oggettiva mancanza di terreni. Inoltre, il polmone lungo l'Adige si troverebbe a ridosso dei quartieri, dei rioni più popolari che soffrono endemicamente di carenza di spazi non costruiti. Dal punto di vista storico-politico, Bolzano potrebbe così utilizzare per scopi sociali ma anche di benessere collettivo, spazi che da decenni le sono preclusi: l'espansione della città è stata bloccata in quella direttrice fin dai tempi di Benedikter e il massimo della progressione è stato raggiunto con Firmian. Ma il verde è un'altra cosa. Non è costruito, quindi Bolzano potrà appropriarsene senza toccare prassi consolidate e blocchi urbanistici duri come il marmo. Un polmone ai suoi margini, proibiti alle case ma almeno non ai cittadini.P.CA.













Altre notizie

Attualità