Addio a Gabriella Serra di Cassano La prima donna restauratrice
BOLZANO. Si è spenta giovedì 16 agosto a 93 anni nella casa di riposo di via Cappuccini Gabriella Serra di Cassano, una donna straordinaria con una storia straordinaria. Avevamo raccontato la sua...
BOLZANO. Si è spenta giovedì 16 agosto a 93 anni nella casa di riposo di via Cappuccini Gabriella Serra di Cassano, una donna straordinaria con una storia straordinaria. Avevamo raccontato la sua storia nel dicembre del 2014, in occasione dei suoi 90 anni. Ci aveva accolti nella sua stanza, zeppa di quadri, libri ma soprattutto album di foto che raccontano di arte e di viaggi attraverso l’Egitto, la Siria, la Russia alla scoperta di antiche bellezze. Una vita affascinante e ricca di incontri. Iniziata a Venezia e sviluppatasi in giro per il mondo, per approdare una prima volta alla fine degli anni ’40 e, più tardi, una quindicina d’anni dopo, a Bolzano come restauratrice.
È stata la prima in Alto Adige: ha collaborato con Nicolò Rasmo, allora Soprintendente alle Belle Arti di Trento e Bolzano e direttore onorario del Museo civico. Ha restaurato, tra gli altri, i preziosi dipinti murali della chiesetta di San Procolo a Naturno, gli affreschi del chiostro dei Domenicani a Bolzano, quelli di palazzo Rottenbuch, oggi sede della sovrintendenza a Bolzano, poi a Palazzo Ducale ad Urbino e a Palazzo Farnese a Roma. Da bambina, Gabriella, aveva girato il mondo al seguito del padre Giovanni Battista che, dopo aver fatto l’Accademia navale, era entrato nel corpo diplomatico. Prima destinazione: Siria. Poi la Turchia, ad Ankara e Istanbul. «Ero una bambina - raccontava -, ma ricordo i colori del Bosforo e il ponte di Galata. Ricordo i miei genitori invitati ai ricevimenti del presidente turco Ataturk, grande innovatore che, avendo studiato in Europa, aveva un debole per gli europei». Nel ’34 la famiglia Serra di Cassano è a Berlino, poi a Monaco e Glasgow in Scozia: Gabriella parla meglio il tedesco dell’italiano. «Cosa che fece inorridire mia nonna Gabriella Brandolini che, decisa a farmi imparare l’italiano, organizzò il mio trasferimento in collegio a Poggio Imperiale: dove sono rimasta otto anni». A 24 anni approda a Bolzano, va in affitto dalla contessa Thun e trova lavoro in via Goethe dove impara a dipingere il vetro. La giovane Serra di Cassano lavora al restauro delle vetrate delle chiese distrutte durante la guerra. Contemporaneamente scopre l’arte della tessitura. In piazza Erbe c’è il laboratorio Paluselli e lei impara. Mette da parte l’arte e si trasferisce a Bressanone, dove lavora anche per una sarta francese che le commissione i tessuti. Ma non si ferma qui: attraverso un amico conosce madre Esperanza de Jesùs, una suora spagnola che è stata fatta recentemente beata. In convento. «Sono rimasta nel convento di Collevalenza (Perugia) quattro anni e lì facevo i disegni per i modelli della Luisa Spagnolli», raccontava. Madre Esperanza vuole valorizzarne il talento artistico e la convince ad andare all’Accademia di Perugia. Dopo il diploma si trasferisce a Roma per la specializzazione in restauro. In mezzo c’è l’esperienza a Cambridge, dove rimane un paio d’anni per perfezionare l’inglese. Gabriella fa la ragazza alla pari dalla nonna del primo ministro David Cameron, «persona meravigliosa che non mi avrebbe più voluta lasciar andar via». Quindi il ritorno a Bolzano negli anni ’60 e la collaborazione con il sovrintendente Rasmo che l’ha portata in giro per l’Alto Adige a dare una nuova vita a tesori artistici danneggiati dal tempo, dalle infiltrazioni, dai vandali. L’ultimo lavoro di restauro, sette anni fa, nella chiesa di Termeno. I funerali in San Domenico lunedì 20 agosto alle 10.30.(am)