Bolzano

Addio al bosco per i vigneti: stoppata la delibera 

Decisivo il voto del verde Rudi Benedikter. Nel mirino un terreno in località Costa di Sotto, nei pressi della centrale di Cardano



BOLZANO. L’ennesima delibera di trasformazione da «bosco» a «verde agricolo» è approdata nei giorni scorsi sul tavolo della commissione urbanistica comunale. Ma questa volta la proposta è stata bocciata. Riguarda un terreno in località Costa di sotto, nei pressi della centrale di Cardano. 

Decisivo è stato il voto del verde Rudi Benedikter, che si è unito ai «no» espressi dalle opposizioni (Civica per Bolzano e Lega). Ora la delibera, proposta dall’assessore Luis Walcher, approderà in consiglio comunale, «ma un segnale importante è stato dato, non si può proseguire con questo stillicidio di trasformazioni», sottolinea Benedikter, «Il verde naturale non è il verde coltivato, che porta con sé pesticidi, nuovi fabbricati e strade». 

A partire dal 1995, riferisce il consigliere dei Verdi, sono stati persi oltre 30 ettari di verde boschivo attraverso la trasformazione in verde agricolo, «non è questa la tutela delle pendici di Bolzano che tanto viene rivendicata». Votare «no» è stato scontato, conferma Claudio Della Ratta (Civica per Bolzano), «La delibera è arrivata dalla Provincia con netti pareri negativi». 

La richiesta di trasformazione in vigneto riguarda una superficie di 5.400 metri quadrati a Costa di sotto. La proprietà ha inoltrato una proposta di modifica al Piano paesaggistico, che prevede la trasformazione delle particelle da «bosco» a «zona di verde agricolo» per realizzare un vigneto. La superficie richiesta a vigneto è di 3.800 metri quadrati. 

La commissione provinciale per la trasformazione della destinazione d’uso ha confermato il parere negativo rilasciato dell’Ufficio Geologia nel 2015, riferisce Della Ratta, poiché «quel terreno rappresenta un settore quasi completamente intatto di un paesaggio di notevole valore ecologico, che verrebbe distrutto dalla trasformazione. Secondo la commissione provinciale, la trasformazione richiesta non porterebbe soltanto alla metamorfosi completa del terreno interessato, ma anche al disturbo continuo delle fasce boschive a monte e a valle della superficie stessa. La sua esecuzione non sembra sostenibile per motivi paesaggistico ecologici». 

Anche la Federazione dei protezionisti sudtirolesi si è opposta alla modifica. E il Museo di scienze naturali, è stato riferito alla commissione comunale, ha confermato la presenza nell’area di specie animali e vegetali protette e a rischio. «Di fronte a così circostanziati pareri tecnici negativi sarebbe impensabile votare a favore, come chiedeva l’assessore Walcher», così Benedikter,

 

Intanto le commissioni legislative provinciali stanno esaminando il disegno di legge Omnibus che ha provocato il braccio di ferro in giunta sulla lunga parte riguardante l’edilizia abitativa agevolata inserita dall’assessora Waltraud Deeg (il testo verrà ritirato e rinviato). 

Tra i numerosi articoli della Omnibus c’è una modifica alla legge «Territorio e paesaggio» che allarma i protezionisti del «Dachverband für Natur und Umweltschutz». La direttrice Madeleine Rohrer protesta: «Il disegno di legge Omnibus sostituisce nell'articolo 17 (comma 4) della nuova legge provinciale sulla pianificazione territoriale e sul paesaggio l’espressione "piano paesaggistico" con "pianificazione paesaggistica". La giustificazione è che la giunta provinciale vuole rafforzare le cosiddette “linee guida per il paesaggio” dell'Alto Adige e utilizzarle come strumento di pianificazione paesaggistica. 

Come è noto, il diavolo si nasconde nei dettagli. L'articolo 17 regolamenta l'edificazione nelle aree naturali e agricole, cioè fuori dai paesi e dalle città, su prati o pascoli alpini. Di fatto vi è un divieto di costruzione, a meno che non sia previsto dalla legge urbanistica o dai piani paesaggistici. Poiché la modifica di tutti i piani paesaggistici che coinvolgono i rispettivi comuni interessati richiede molto tempo, la giunta ricorre ora al piano B. 

Le linee guida per il paesaggio approvate nel 2002 possono essere modificate con una semplice decisione della giunta provinciale senza dover avviare un dialogo con i Comuni interessati. Rischiano così di andare perduti il paesaggio, i piani paesaggistici comunali, l'impegno locale per la tutela del paesaggio e la volontà di proteggere il territorio fuori da paesi e città». FR.G.













Altre notizie

L'intervista

Silvio Zanetti: «A 88 anni ho sposato Dolores: mi dà tanta felicità»

Bolzanino, il 16 aprile ha festeggiato il traguardo dei 90 anni. In via Rovigo è un’istituzione, dopo che negli anni Sessanta si è messo in proprio aprendo una cartolibreria: «Ho fatto fortuna fornendo la cancelleria a scuole, ospedali, pubbliche amministrazioni, caserme» (Foto di Rosario Multari)


Antonella Mattioli

Attualità