Il lutto

Addio alla poetessa Anny Ballardini, il dolore di amici e allievi

Scrittrice e traduttrice di fama internazionale di autori americani come Henry Gould. Ha insegnato al Pascoli e alle Marcelline. Una messa in suo ricordo verrà celebrata a Bolzano il 14 gennaio alle 14 a Cristo Re



Bolzano. Uno pensa alla poesia e immagina che chi le scrive se ne stia fermo a guardare il cielo in una stanza. Tra “studio matto e disperatissimo”, lunghe notti e orizzonti solo immaginati. Invece Anny Ballardini intendeva il suo scriverne come un viaggio. Ma reale. Tra sguardi aperti e curiosi.

Era, perché è scomparsa l’altro giorno dopo una lotta senza quartiere contro il male, una poetessa e una amante dei poeti, in particolare inglesi e americani. Tanto amante degli uni, i poeti, e dell'altra, la lingua inglese, da essere diventata una traduttrice. E tra le più brave. Il suo ultimo amore è stato Henry Gould. Il suo “In RI” è stata una delle più importanti fatiche di Anny Ballardini, nel tempo lasciato libero dal suo impegno di insegnante al Pascoli.

«Quando un poeta è morto - raccontava di se, del suo lavoro di scandaglio dall'inglese all'italiano - c'è da andare in profondità dentro gli studi che lo hanno interessato, provare a scoprire elementi nuovi, chiavi di lettura sfuggite a chi se ne è occupato prima».

Ma quando un poeta da tradurre è vivo, beh allora è tutta un’altra storia. E così tra Bolzano e l’Island Road (ecco l'«RI» del titolo) è stato un continuo scambio di telefonate, email, richieste di chiarimenti, discussioni sulla lingua. Molto accese, visto che Gould, con suocero di origini italiane, aveva anche tradotto a sua volta in inglese, molti testi poetici di Cesare Pavese. «Cosa vuol dire questo? Cioè che significato dà a quel termine?», insomma uno scavo nelle profondità della lingua più ancora e ancor prima di quello nei versi. «Perché Gould - spiegava a suo tempo Anny - è un autore difficile da capire e dunque nella traduzione difficile da rendere...».

Ecco, erano questi i mari che la docente di letteratura inglese ha sempre voluto solcare: quelli della poesia ma anche delle infinite possibilità delle parole, tra italiano e inglese e viceversa, provando nel mentre a comprendere sempre più anche lo spirito dei “parlanti” le lingue. Fino al punto di scrivere versi anche lei. Arrivando pure alla loro pubblicazione: passaggio in Italia, ben più che in America, di difficile realizzazione, vista la scarsa predilezione di editori e lettori per il genere. Ritenuto “di nicchia”. Mentre, al contrario, proprio nelle culture anglosassoni intorno alla poesia sono nati e crescono club letterari, vaste sezioni editoriali, interessi e investimenti. Fino al punto che è tradizione dei presidenti Usa (ma non si hanno notizie di Trump a questo proposito...), affiancare agli esperti del loro staff anche un poeta, per limare frasi e termini nei discorsi ufficiali.

Sarà stato anche per questo che Anny Ballardini, dopo gli studi in anglistica all'università di Verona ha scelto New Orleans e la sua università per il master di specializzazione, condito da lunghi viaggi e anche da stabili residenze a New York, nonché in Sudamerica. E a Chicago pubblica finalmente un suo testo poetico “Numero apertura e chiusura”. E poi ancora " Ghost Dance in 33 Movements". Un amore corrisposto dunque, sia quello per l'inglese che quello per la poesia. Che ha poi riversato nel suo impegno di docente al liceo Pedagogico e prima ancora alle Marcelline. Ma pure nel giornalismo ( è stata a lungo collaboratrice dell'Alto Adige) e nella critica letteraria e artistica.

Significativi i suoi contributi anche nel campo della divulgazione e del supporto a iniziative e dibattiti pubblici, sempre nell'ambito della poesia e della cultura. Pensava fino all'ultimo ancora a nuove composizioni. E probabilmente anche a nuovi libri. «Oggi - diceva a proposito dei sui due pubblicati- li rifarei diversamente». Perché la poesia è vita e starci dentro, non fuori. Come quando aveva scelto la più movimentata delle città americane, New Orleans, per i suoi studi specialistici. «Un poeta è quasi sempre pressato dall'idea di dover cambiare le cose. Di cambiare tutto. È un processo senza fine». Come un verso che prosegue all’infinito.

Così la ricordano amici e allievi: «Carissima Anny, la tua morte rapida e inattesa lascia un grande vuoto fra tutti coloro che ti hanno conosciuto. In questo difficile momento del distacco i tuoi amici non possono non ricordare il tuo impegno per la comunità. Ti ricordiamo come persona generosa e onesta, docente dotata di una straordinaria intelligenza. Ricordiamo il tuo lavoro alle scuole superiori e all'università, il tuo lavoro di traduttrice, di interprete e anche di giornalista. Eri estroversa, dotata anche di particolare talento artistico, che ti ha permesso di pubblicare libri e poesie. Il tuo entusiasmo per la cultura, per l'arte, per le lingue ti hanno resa unica. Ci hai lasciati, ma come era nel tuo stile, hai lottato in silenzio fino alla fine, con grande tenacia e dignità. Dio ti ha chiamata e hai dovuto accantonare tutti i tuoi sogni, ma Dio ti ha ricoperta della sua luce. Una persona amata non muore, tutto ciò che abbiamo amato profondamente, non potrà mai andare perduto. Non ci resta che abbracciare il dolore, ma per chi crede non è la fine, ma l'inizio di un viaggio eterno dove pensiamo tu possa volare in alto, molto in alto».

Una messa in suo ricordo verrà celebrata a Bolzano il 14 gennaio alle 14 a Cristo Re.

 













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