Alla casa per senzatetto bussano anche le famiglie 

Prima notte in via Carducci. L’imprenditore Heiner Oberrauch ha fatto il turno di sorveglianza «È andato tutto bene, ma la struttura non è adatta ai bambini. Tanta solidarietà dai bolzanini»


antonella mattioli


Bolzano. «Problemi? Nessuno. Magari fossero tutti così». Heiner Oberrauch, presidente del gruppo Oberalp/Salewa Sport, imprenditore con una forte vocazione per il sociale, risponde dal suo ufficio alla Salewa, dopo una notte trascorsa al civico 19 di via Carducci. Nel grande edificio di sua proprietà messo a disposizione a titolo gratuito dei senzatetto fino a marzo. Assieme a Paul Tschigg, volontario della San Vincenzo, ha voluto fare la “sorveglianza” la prima notte, per vedere in faccia le persone che vengono ospitate. Uomini, donne e bambini che, finora, non avevano trovato posto nelle strutture create da Provincia e Comune.

Quindi nessun problema?

Un problema in realtà c’è ed è rappresentato dalle famiglie.

In che senso?

Nel senso che nella struttura ospitiamo 47 senzatetto: 2 donne, 45 uomini. Soprattutto stranieri, ma ci sono anche altoatesini. Il problema è che sono arrivate a chiedere di poter dormire al caldo anche una famiglia libanese, padre, madre con tre bambini piccoli; e una coppia albanese con un bimbo di due anni. La struttura purtroppo non è adatta ad ospitare famiglie.

E non le avete accolte?

Cosa potevamo fare, lasciarli su una strada? Ci siamo arrangiati in qualche modo e abbiamo accolto tutti.

Dove sono stati sistemati?

In una sala a pianoterra. Per creare almeno un po’ di intimità, abbiamo fatto una divisoria con un tappeto. Più di così non potevamo fare. Stasera torneranno e non potremo che accoglierli, ma qui devono muoversi il Comune e la Provincia. Anche perché ci sono altre famiglie che dormono in strada ed è una situazione inaccettabile.

Alle 8 erano tutti fuori.

C’è chi come una signora è uscita alle 6 perché lavora in una ditta di pulizie; e un giovane che fa il giardiniere a Castelrotto che è partito alle 7. Questo per dire che ci sono anche persone che lavorano e studiano costrette a dormire in strada. Tutti hanno lasciato le stanze perfettamente in ordine prima di andarsene.

Nessun problema neppure con il vicinato?

Assolutamente no. Qualcuno dei volontari è andato a parlare con i vicini, ha spiegato e tutti hanno capito. Comunque alle 22 erano già tutti a letto e al calduccio.

Soddisfatto dunque di quest’inizio.

Non avevo dubbi che sarebbe andato tutto bene. L’errore è concentrare tante persone in un unico posto. Ma la cosa che più mi fa piacere è un’altra.

Ovvero?

Intorno a quest’iniziativa partita da un gruppetto di privati si è creato un network della solidarietà. Ci sono oltre 50 persone che si sono offerte di venire a fare la sorveglianza la notte; la Giardineria Schullian ha portato l’albero di Natale; la ditta Eccel ha mandato coperte e lenzuola. Questo significa che la solidarietà esiste ancora. Così Bolzano mi piace.













Altre notizie

Attualità