Alta Pusteria, nel 2020 inquinamento dimezzato

Un Piano guida i 5 Comuni a ridurre le emissioni di anidride carbonica del 43,9% Si punta su fonti rinnovabili, efficienza energetica degli edifici, mobilità leggera


di Fausto Da Deppo ; di Fausto Da Deppo


ALTA PUSTERIA. Tra il 2010 e il 2013, nel territorio dell’Alta Pusteria le emissioni di anidride carbonica hanno registrato una riduzione di circa il 22%, da quasi 5 a meno di 4 tonnellate per abitante, e il risultato ha permesso di rilanciare gli obiettivi per il 2020, quando i Comuni di Dobbiaco, San Candido, Sesto, Villabassa e Braies puntano a un taglio del 43,9% delle emissioni rispetto al 2010, scendendo sotto le 3 tonnellate per abitante. Tutto scritto nel Piano guida energetico per l’Alta Pusteria, che l’Accademia dei colloqui di Dobbiaco, quale capofila del progetto interreg “DolomitiLive” , ha affidato all’Ökoinstitut Südtirol/Alto Adige, che l’ha redatto in collaborazione con l’Accademia Europa (Eurac).

L’obiettivo del meno 43,90 % di emissioni di anidride carbonica, spiega il piano, va raggiunto (in sinergia con gli energy team dei 5 Comuni), seguendo cinque linee di intervento, ovvero “l’incremento dell’efficienza energetica di edifici e impianti”, “l’incremento dell’utilizzo di fonti energetiche locali e sostenibili”, l’incremento del numero di residenti e turisti che si spostano con i mezzi pubblici (reso possibile con il continuo miglioramento dell’offerta di mobilità sostenibile), “il coinvolgimento della popolazione sia nel processo decisionale, sia nella realizzazione delle misure previste” e la “collaborazione intercomunale”. Si tratta, in fondo, di proseguire lungo le direzioni già impostate, visto che il meno 22% di emissioni messo a segno tra 2010 e 2013 è il risultato “dell’incremento della produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile” (vedi “centrali idroelettriche di piccola e media grandezza” e ricorso alla biomassa per la produzione di calore con impianti di teleriscaldamento piccoli privati o medio-grandi pubblici, come le centrali di Dobbiaco-San Candido, Sesto e Monguelfo-Villabassa) e riflette “un’offerta di trasporto pubblico e mobilità leggera evoluta, grazie alla presenza della ferrovia della Val Pusteria e di una rete di piste ciclabili transfrontaliere e abbastanza capillari”.

Il consumo energetico in Alta Pusteria, osserva il Piano guida, è per il 53,4% legato alla produzione di calore, per il 27,4% dovuta ai consumi elettrici e per il rimanente 19,2% alla mobilità. Mobilità che fa invece la parte del leone (con il 38,7%) per quanto riguarda le emissioni di CO2, davanti alla produzione di calore (da qui il 32,8% delle emissioni) e ai consumi elettrici (28,6%).

L’aumento della produzione di energia idroelettrica, da fotovoltaico e da teleriscaldamento ha limato tra 2010 e 2013 soprattutto le emissioni dovute al settore elettrico. E per questo settore, il confronto tra 2010 e 2020 dovrà portare a una riduzione nelle emissioni di anidride carbonica da 14.619 a 3.377 tonnellate annue. Un taglio drastico è programmato anche nelle emissioni legate alla produzione di calore, da 16.756 a 7.514 tonnellate annue (Dobbiaco guiderà la lista dei Comuni con un meno 3.364 tonnellate, davanti a San Candido con meno 2.685 tonnellate), mentre le emissioni relative alla mobilità (dove i margini operativi sono inferiori) dovrebbero scendere da 19.788 a 17.809 tonnellate. In totale, le tonnellate annue di anidride carbonica dal dato registrato nel 2010 di 51.162 tonnellate potranno dimezzarsi o quasi fino a 28.699, appunto un crollo del 43,9%.













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