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I lavoratori della sanità che rifiutano il vaccino potrebbero rischiare di non avere il risarcimento per l'infortunio sul lavoro nel caso dovessero ammalarsi di Covid. La questione è sul tavolo dell'I...



I lavoratori della sanità che rifiutano il vaccino potrebbero rischiare di non avere il risarcimento per l'infortunio sul lavoro nel caso dovessero ammalarsi di Covid. La questione è sul tavolo dell'Inail che ha ricevuto una richiesta dall'ospedale san Martino di Genova che ha posto un quesito giuridico all'Ente a proposito di personale infermieristico che dopo aver rifiutato di sottoporsi al vaccino si è contagiato. Premesso che la vaccinazione non rappresenta, almeno per il momento, un obbligo di legge, sconcerta che in Alto Adige ci sia un'adesione così bassa tra gli addetti ai lavori, ad esempio è appena emerso che nelle case di riposo si sia vaccinato solo il 37% degli operatori. Abbiamo chiesto a Marco Cappello, direttore della ripartizione legale e dell’Asl, cosa ne pensa. «Purtroppo senza un preciso precetto legislativo non è possibile obbligare nessuno a sottoporsi a vaccinazione, però è indubbio che le conseguenze per coloro che si sottraggono possono risultare molto pesanti, anche e soprattutto a livello previdenziale e assicurativo. Partiamo dal primo aspetto. In base al decreto legge n. 18/2020 (c.d. decreto "Cura Italia"), alla circolare INAIL n. 13 del 03.04.2020 e al decreto legge n. 23/2020 (c.d. decreto "Liquidità"), è pacifico che l'infezione da Covid sia meritevole di copertura INAIL per gli assicurati che la contraggano in occasione della loro attività lavorativa». Però? «Benché tale prassi sia stata seguita anche nei casi in cui i lavoratori contagiati abbiano in precedenza rifiutato la somministrazione del vaccino, a Genova è stata aperta una istruttoria nei confronti di una quindicina di infermieri no vax, in seguito ad una richiesta della direzione di chiarire se dovessero essere considerati vittime di infortunio o se spettasse loro la copertura INPS per malattia. La questione rimane complessa tuttavia l'Istituto ha chiesto il coinvolgimento dei Ministeri di Lavoro e Salute, in attesa che sul tema dell'obbligatorietà del vaccino almeno per alcune categorie professionali il nuovo Governo possa intervenire». E sul fronte assicurativo? «Le conseguenze per chi non si vaccina sono già evidenti. La maggior parte delle compagnie assicurative, alla scadenza delle polizze di RC patrimoniale - colpa grave, ha già inserito una nuova clausola dovuta alla pandemia, da approvare esplicitamente, secondo cui viene esclusa qualsiasi forma di risarcimento per eventuali danni erariali, materiali, corporali o in generale per qualsiasi pregiudizio, patrimoniale o non patrimoniale, direttamente o indirettamente conseguente o derivante o comunque connesso alla diffusione di germi patogeni e/o malattie infettive e/o epidemie e/o pandemie di qualsiasi natura». E quindi? «Chi non si vaccina risarcisce in questi casi di tasca sua».













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