La proposta di Alto Adige nel cuore 

Asili nido, tariffe elevate «Il Comune le abbassi»

Bolzano. La legge provinciale del settembre scorso che impedisce l’iscrizione alle scuole dell’infanzia dei bambini che compiono i tre anni entro il 28 febbraio 2021, diversamente da come succedeva...



Bolzano. La legge provinciale del settembre scorso che impedisce l’iscrizione alle scuole dell’infanzia dei bambini che compiono i tre anni entro il 28 febbraio 2021, diversamente da come succedeva in passato, pone l’accento su una questione spinosa per molte famiglie: le elevate tariffe di nido.

A questo proposito L’Alto Adige nel Cuore ha presentato in Consiglio una mozione redatta dal consigliere provinciale Alessandro Urzì per chiedere alla Provincia di intervenire per quanto di sua competenza presso i Comuni affinché le tariffe degli asili nido vengano riviste ed equiparate alle tariffe determinate per la scuola dell’infanzia.

“Le esigenze lavoro-famiglia ricadono quasi sempre sulla figura materna- ha sottolineato Rosanna Oliveri (Aanc) promotrice della mozione - e di conseguenza l’impossibilità di accesso per motivi sostanzialmente di carattere economico al nido costituisce per la donna un ostacolo verso le opportunità lavorative e di carriera professionale. L’asilo nido ha comunque una valenza importante per lo sviluppo dei bambini e non solo come una seconda opzione a supporto dei genitori che lavorano e non possono lasciare i piccoli ai nonni. L’asilo nido serve molto alla crescita e allo sviluppo dei bambini e secondo alcune ricerche è stato dimostrato che i piccoli che frequentano i nidi hanno maggiori possibilità di affermarsi nella vita, dal punto di vista dell’apprendimento culturale, scolastico e del successo individuale”. È vero che le tariffe scendono in base al reddito familiare, “ma è anche vero che in questo modo un genitore si trova a dover scegliere fra continuare a lavorare, aumentando il reddito familiare e pagando cifre più elevate per il nido, oppure rinunciare al lavoro e le statistiche ci dicono che sono tante le donne che optano per questa seconda via. Una scelta legittima e apprezzabile, ma che deve essere appunto una scelta e non dettata da ragioni economiche”.

Il consigliere comunale Alessandro Forest ha inoltre sottolineato come in particolare “il Comune di Bolzano avrebbe la possibilità di ridurre le elevate tariffe investendo dei soldi nell’educazione e nella crescita di quelli che poi, grazie all’educazione e all’istruzione, saranno dei bravi cittadini”.

Nell’anno in corso (2019-20) una famiglia media in Trentino-Alto Adige, con un bimbo al nido, spende al mese 472 euro. Si tratta della regione più cara d’Italia; la media nazionale è infatti di 303 euro.

Questi dati sono stati diffusi dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell’ambito del progetto «Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino», finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico.













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