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Aumenti “super”ai dirigenti. È scontro tra i sindacati 

Lampis (Dirap): «Per i dirigenti, oberati di lavoro e responsabilità, solo un risarcimento per anni di stasi»  Steiner: «Agli altri dipendenti già distribuiti 250 milioni con tre contratti stralcio», Ma la Cgil attacca: «Scandaloso» 


antonella mattioli


BOLZANO. «Lavorano con organici spesso ridotti all’osso e pur assumendosi grosse responsabilità nella gestione delle tante competenze dell’autonomia - di cui beneficiano famiglie e imprese, basti pensare alla montagna di soldi distribuiti durante il periodo Covid - i dirigenti provinciali sono rimasti indietro nel trattamento economico e giuridico rispetto ad altre Regioni e allo Stato; oltre che al settore privato. Non è affatto vero che per la nostra categoria siano previsti super aumenti dal nuovo contratto. Si tratta semplicemente di un risarcimento per dieci anni di stasi. Ma c’è di più: i fondi, previsti in bilancio nell’ultimo triennio, sono stati azzerati, per essere usati a sostegno delle famiglie nel periodo Covid e per la contrattazione collettiva per gli insegnanti ad indirizzo statale». Antonio Lampis - direttore del Dipartimento cultura italiana, ambiente ed energia della Provincia, che al tavolo delle trattative per il rinnovo delle contratto per l’intercomparto, rappresenta in qualità di segretario il sindacato Dirap - replica così agli altri sindacati che contestano il modo in cui si è deciso di distribuire gli aumenti nell’ambito della contrattazione collettiva per l’intercomparto dei dipendenti e l’intercomparto dei dirigenti.

La ripartizione dei fondi

Secondo i sindacati - al tavolo delle trattative per il contratto di intercomparto dei dipendenti siedono Cgil, Cisl, Uil, Asgb, Nursing up e Sag, che riunisce Gs e Sag - in base a quanto stanziato a bilancio di previsione nella legge di stabilità, i fondi destinati alla dirigenza, ammontano a 12 milioni di euro annui per un totale di circa 700 dirigenti; a fronte dei 15,843 milioni messi a disposizione per gli altri dipendenti che sono circa 34.000.

Fatti due conti - dicono sempre i sindacati - si tratta di circa 38 euro lordi mensili a dipendente provinciale, contro una media di 1.400 per un dirigente. Circa 37 volte in più.

«Sono differenze inaccettabili - commenta Angelika Hofer, segretaria della Funzione pubblica della Cgil -: ai normali dipendenti rimangono solo le briciole. Capisco che sia sempre più difficile trovare dirigenti disposti a lavorare per gli enti pubblici e aumentando gli stipendi si cerchi di rendere più appetibile il posto, ma ormai le stesse difficoltà si incontrano in tutti i settori. Non si trovano bidelli e neppure stradini e amministrativi, solo per fare qualche esempio. Quindi non sono assolutamente giustificate queste enormi differenze nella distribuzione degli aumenti».

Un tesoretto da 250 milioni

In difesa dei dirigenti, scende in campo Alexander Steiner, direttore generale della Provincia che sta seguendo in prima persona le trattative in attesa che diventi operativa l’Agenzia per le relazioni sindacali, nominata all’inizio dell’anno: «Sulle cifre - dice - bisogna fare chiarezza. Innanzitutto la contrattazione, di cui si discute, riguarda il periodo 2019-2020-2021. I 15,843 milioni di cui parlano i sindacati, stanziati per i dipendenti, riguardano solo l’ultima parte di un tesoretto di 250 milioni di euro che è già stato distribuito attraverso tre contratti stralcio. Mentre per i dirigenti la contrattazione è ferma da anni. Negli ultimi tre, i fondi erano già stanziati in bilancio, ma sono stati dirottati a sostegno di sociale, famiglie, contrattazione collettiva per gli insegnanti».

Per 700 dirigenti però sono previsti aumenti per un totale di 12 milioni: troppi, secondo i sindacati.

«In realtà i soldi in più previsti in bilancio sono 8,7 milioni; perché 3,2 milioni venivano già corrisposti a titolo di straordinari e indennità per la libera professione. Entrambe voci che vengono assorbite dal nuovo stipendio che sarà onnicomprensivo, per cui ad esempio l’orario di lavoro per i dirigenti passa da 38 a 40 ore settimanali e non c’è più la voce straordinari, perché quello che conta è il risultato finale».













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