Badante sotto inchiesta per circonvenzione a Merano

Da un’anziana deceduta in agosto ha ereditato tutto. Testamento sospetto. Bloccati beni per oltre un milione


di Mario Bertoldi


MERANO. Una badante svizzera di 48 anni, domiciliata a Merano, è sotto inchiesta da parte della Procura di Bolzano con l’ipotesi di accusa di circonvenzione di incapace. La donna è stata iscritta sul registro degli indagati e ieri mattina il giudice delle indagini preliminari Walter Pelino ha disposto a titolo cautelare il sequestro dei beni personali di un’anziana deceduta nell’agosto scorso senza eredi. In virtù di un testamento olografo depositato presso un notaio nel febbraio scorso, la badante risulta unica erede di tutto il patrimonio dell’anziana che ha assistito per diversi mesi.

Si tratta di beni per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Nell’elenco c’è un appartamento signorile a Maia Alta, diversi depositi bancari e alcuni titoli di credito. A chiedere l’intervento della magistratura è stato un amministratore di sostegno nominato dal tribunale in quanto l’anziana non era più considerata in grado di gestire con lucidità i propri beni e, dunque, di curare i propri interessi.

La bandante svizzera, dipendente di una cooperativa meranese di intermediazione proprio nel settore assistenziale, è sostanzialmente accusata di aver approfittato di questa situaziolne e di aver in qualche maniera indotto l’anziana a predisporre un testamento a suo favore. Il testamento in questione è stato depositato presso uno studio notarile di Merano il 5 febbraio scorso. Una ventina di giorni prima (il 16 gennaio 2012) l’anziana era caduta improvvisamente in casa procurandosi lesioni piuttosto serie.

La donna venne prontamente soccorsa dalla badante. Quest’ultima pare sostenere che l’anziana decise proprio a seguito di quell’episodio di fare testamento a favore della badante che la stava assistendo nella fase più critica della vita. In realtà l’amministratore - che ha fatto segnalazione della vicenda alla magistratura - ritiene provato (anche sulla base dei precedenti provvedimenti di tutela dei giudici) che l’anziana non fosse assolutamente in grado di gestire con lucidità il proprio patrimonio e di rapportarsi correttamente con la realtà.

Di qui la decisione della Procura di avviare una serie di accertamenti al termine dei quali il sostituto procuratore Donatella Marchesini (a cui l’inchiesta è stata affidata) ha iscritto a registro la badante ed ha chiesto e ottenuto il sequestro cautelare del patrimonio per evitare che l’immobile possa essere venduto e che i depositi del denaro possano sparire.

L’inchiesta sembrerebbe ancora lunga anche perchè nel frattempo è emersa la necessità anche di valutare una serie di assegni utilizzati per prelevare soldi in banca o effettuare pagamenti. Gli assegni risultano firmati dall’anziana ma c’è il sospetto che la firma sia stata falsificata dalla badante che potrebbe finire sotto inchiesta anche per questi ulteriori episodi.

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