Banco Alimentare, 800 volontari pronti alla Colletta del 26 novembre
Nel 2022 raccolte 400 tonnellate di cibo. Crescono i bisogni, con tutte le difficoltà di operare nella fase post pandemica: donazioni monetarie e alimentari diminuite, costi saliti alle stelle. E mancano forze fresche per gestire magazzino e distribuzione
BOLZANO. Una ventina di volontari stabili impegnati tutto l’anno, ma alla Colletta Alimentare annuale che si terrà fra meno di dieci giorni saranno almeno ottocento, in servizio in una novantina di supermercati provinciali. È il Banco Alimentare in declinazione altoatesina.
Oltre quaranta associazioni del territorio seguite, circa diecimila altoatesini aiutati. Dopo la fase clou della pandemia, purtroppo sempre meno le donazioni in denaro via Paypal, quelle private e pubbliche in cibo sono calate causa inflazione alle stelle, riguardo ai rifornimenti comunitari non si sa mai quando e quanto arrivi, le necessità invece, come pure le persone bisognose, sono sempre di più. Ma i volontari non mollano, anzi. A dominare è lo spirito caritativo e caritatevole. Anche se è dura, perché anche chi aiuta è in forte difficoltà e il caro bollette colpisce duro chi trasporta merci e chi le conserva, magari nelle celle frigo.
Il vicepresidente Luca Merlino: «Contiamo sul popolo della colletta, per il 26 novembre. Abbiamo tanti volontari ma ce ne servono sempre, fra magazzino, supermercati, trasporti, smistamento alla Fercam, si lavora su turni. Basta compilare il form su colletta.bancoalimentare.it»
Con la pandemia e i suoi riflessi postumi, conflitto ucraino in primis, le associazioni servite non sono aumentate più di tanto, è però salito il numero assoluto di assistiti. Un 20-30% in più specie a Bolzano città. «A livello nazionale il Pil poi si è ripreso, ma non è riuscito a compensare i rincari e l’inflazione. La situazione è alterata, e a Bolzano va se possibile anche peggio». Ergo, c’è più gente in panne. Ma chi dona dona meno, sia aziende che privati. I volontari sono scesi di numero, anche perché molti sono anziani e la pandemia ha pesato tanto. «Durante il Covid siamo riusciti a tenere botta grazie agli aiuti di Comune e Assb. Ma ora, per gli strascichi, la situazione non è rosea».
Sul recupero di alimenti freschi grazie al programma Siticibo nel 2022 si è riusciti a raccogliere più alimenti dell’anno scorso: si dovrebbero raggiungere le 400 tonnellate entro fine anno. «È però diminuita la raccolta di pasta, latte, generi di maggior consumo. È un fenomeno nazionale». Ma la generosità non è mancata, chiarisce Merlino. «Si crede ancora nel gesto solidale della Colletta».
Ma - e di questo troppo poco si parla - la crisi economica legata a caro bollette e inflazione colpisce pesante anche le associazioni. «Da un lato - così ancora Merlino - le donazioni private sono calate, dall’altra le spese di gestione sono salite alle stelle». Carburanti per i mezzi, energia elettrica per luci e celle frigo, affitto dei magazzini. «Alla gente questo credo non sia chiaro: annualmente distribuiamo 800 tonnellate». E raccoglierle, stoccarle, predisporle, trasferirle, distribuirle, semplicemente costa sempre di più. Le associazioni del territorio aiutano, ma la situazione rimane difficoltosa.
Per capirsi: il Banco Alimentare ha stipulato convenzioni con una settantina di supermercati. I costi, inutile negarlo, ci sono.
Ma dopo vent’anni, la macchina è rodata. «Per ogni euro donato e speso riusciamo a distribuire 15 euro di alimenti». Un rapporto costi benefici elevatissimo.
Certo, inutile girarci tanto intorno: come all’associazionismo in generale, anche al Banco Alimentare mancano forze fresche. «Sarebbero gradite, anche perché in magazzino non si tratta di un lavoro quotidiano. Le merci da distribuire vengono preparate una volta al mese. C’è possibilità per tutti, di dare una mano, senza grosse rinunce, senza grandi sacrifici». Ma c’è bisogno, anche perché ci si prepara ad affrontare il 2023. «Nessuno ha la palla di cristallo, ma le prospettive non paiono buone, il cielo non è sereno. I nostri nonni, i nostri genitori, però, hanno sopportato prove peggiori. La fiducia non ci manca». Tutto quello che fa il Banco Alimentare, conclude, «non è combattere contro qualcosa, ma sostenere le persone senza perdere di vista lo spirito caritativo dell’azione. Diamo l’opportunità di vivere il gesto della carità, che può essere donare un litro di olio o due ore del proprio tempo in un supermercato o in magazzino». Perché il Banco fa soprattutto questo: educa alla carità, utile non solo a chi la riceve ma pure a chi la fa. «Non la si impara sui libri, ma facendo». DA.PA