Benno, al vaglio il racconto dell’amica Le analisi dei Ris sui vestiti consegnati 

La coppia scomparsa. La giovane è indagata per favoreggiamento, ma la sua posizione potrebbe essere archiviata già nei prossimi giorni Continuano le ricerche sul fiume Adige: ieri è scattato l’allarme per l’avvistamento di un corpo, a Salorno, ma s’è trattato di un falso allarme


paolo tagliente


Bolzano. Sono stati inviati ai carabinieri del Ris gli indumenti che Martina, l’amica di Benno, ha consegnato venerdì alla procura di Bolzano. Saranno anch’essi esaminati dagli specialisti del Reparto investigazioni scientifiche di Parma che, quasi scontato dirlo, verificheranno l’eventuale presenza di tracce ematiche riconducibili a Peter e Laura. Tracce che, se trovate, rappresenterebbero un altro, importante tassello dell’impianto accusatorio della procura che, attraverso i pm Igor Secco e Federica Iovene, coordina le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Bolzano. Secondo i magistrati, che hanno firmato un avviso di garanzia per il figlio della coppia scomparsa, Benno Neumair avrebbe ucciso i genitori nell’appartamento adiacente a quello in cui vivevano, nell’elegante palazzina al civico 22 di via Castel Roncolo, e poi, caricatili sulla loro Volvo V70, li avrebbe gettati nell’Adige, dal ponte di Vadena, per poi recarsi dall’amica, ad Ora, e trascorrere la notte con lei.

I vestiti di Benno

A casa di Martina, quella sera del 4 gennaio, Benno è arrivato verso le 22, a bordo della Volvo V70 dei genitori. Alle 22, con un “buco nero” di circa 40 minuti nel tragitto da Bolzano ad Ora. Ed è proprio su quel lasso di tempo che, fin dall’inizio, si sono concentrate le indagini. A casa della ragazza, il trentenne si è lavato e si è tolto i vestiti, che poi Martina ha lavato. «Vuoi che li lavi?» ha chiesto a Benno, senza dare alcun peso a un gesto simile. «Se non sono sfacciato» ha risposto il trentenne. Un gesto normale che certo non si aspettava la catapultasse in quella che il suo avvocato, Federico Fava, definisce «una storia più grande di lei». E a chi si chiede perché Martina abbia atteso oltre due settimane prima di consegnare gli indumenti agli inquirenti, Fava risponde che “si tratta di una ragazza tranquilla, incensurata, che non ha mai avuto problemi e che, all’improvviso, è stata travolta dagli eventi. Martedì scorso, Martina ha avuto una perquisizione in casa e non è stato trovato nulla. Il giorno successivo, mercoledì, spaventata e turbata, mi ha contattato ed è venuta da me. Mi ha spiegato tutto, abbiamo fatto una riflessione su da farsi e venerdì abbiamo consegnato in procura i vestiti. Martina ha anche consegnato il suo smartphone e non era affatto obbligata a farlo. Va chiarito che Martina è indagata per favoreggiamento, certo, ma che si tratta di un atto dovuto e che, tempo qualche giorno, arriverà l’archiviazione. Tecnicamente, infatti, questa è una causa di esclusione della punibilità, che si chiama ritrattazione e che è prevista dal codice penale Rocco, dal 1930. Non è una cosa che abbiamo inventato noi. Perché il codice prevede che una persona, in uno stato di turbamento o in una situazione particolare, possa anche avere delle inesattezze, delle reticenze, dei timori. Se però, quella stessa persona chiarisce volontariamente ciò che prima aveva omesso, il reato viene meno. L’archiviazione – conclude – è un passo automatico».

I legali di Benno

Per l’avvocato Flavio Moccia, che insieme al collega Angelo Polo, assiste Benno dal momento in cui è stato indagato per duplice omicidio e occultamento di cadavere, è la prova lampante che le accuse al ragazzo sono prive di fondamento. «Tutto questo è a favore della posizione di Benno – spiega il legale – perché conferma tutto ciò che ha detto Benno e che si aggiunge a tutti gli altri elementi presenti negli atti. L’atteggiamento del ragazzo è assolutamente incompatibile con quanto gli viene contestato: arriva tranquillo da Martina, che non avverte nessuna particolare flessione, anche verbale, mangia con lei e poi si lava, togliendosi i vestiti e buttandoli tranquillamente sul pavimento». Non certo l’atteggiamento di qualcuno che deve nascondere qualcosa, insomma. Anche perché non è lui che chiede di lavarli, ma è Martina stessa che si offre e li lava senza scorgere nulla di anomalo sugli indumenti.

L’allarme sull’Adige

Ieri pomeriggio, attorno alle 15.30, è stato segnalato un oggetto nel fiume Adige, poco sotto il ponte dell’Adige di Salorno. Segnalazione che riferiva di un corpo in acqua. Immediato l’intervento dei vigili fuoco volontari di Salorno, insieme ai permanenti di Bolzano, al Soccorso acquatico e ai carabinieri, tutti impegnati nelle ricerche di Laura e Peter. Sono bastati pochi minuti per appurare che si trattava di materiale trasportato dalla corrente. L’allarme è subito rientrato.













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