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Bollette fuori controllo, il Comune di Bolzano chiude la sauna  

L'assessore Andriollo: «Non sappiamo se potremmo riaprire il secondo piano in viale Trieste». Impianti sportivi: i costi spaventano, ma le docce resistono. Si valuta la diminuzione dei gradi



BOLZANO. I rincari fermano il relax e minacciano le piscine. Dopo due anni di intermittenza tra aperture e chiusure dovute al Covid, ci pensa l’energia questo inverno a fare tremare gli impianti. Un terremoto che ha già provocato danni: il Circolo Tennis Grizzly a San Giacomo non ha installato il consueto pallone pressostatico per la stagione invernale, mentre l'area benessere «Cascade» a Campo Tures chiuderà a fine anno.

Potrebbe scattare il semaforo rosso anche a Bolzano. Il secondo piano della struttura coperta di viale Trieste è chiusa in attesa di sviluppi. Si tratta della zona riservata al wellness, dotata di bagno turco, sauna finlandese, idromassaggio, sauna a infrarossi e la biosauna tra i 40 e i 55 gradi. Il motivo non va oltre ai soliti costi dell'energia, triplicati praticamente ovunque. «Al momento siamo obbligati a tenere in funzione solo le attività e le strutture indispensabili», spiega l’assessore Juri Andriollo, «Faremo delle verifiche prossimamente per valutare la possibilità di aprire come ogni anno anche la parte superiore. Ad oggi abbiamo gli occhi bendati, perché i costi non sono quantificabili. Stiamo procedendo con i rilevamenti, sono calcoli delicati. Novembre? Potrebbe essere il mese giusto, ma tutto è possibile».

Nessun pericolo, al momento, per la piscina, affollata dai nuotatori sin dalle prime ore del mattino. Nonostante inflazione e rincari dell’energia, non ci sono stati ritocchi all’insù per i prezzi. Sono fermi addirittura dal 2006. Una decisione che è stata apprezzata dagli assidui frequentatori della piscina «Karl Dibiasi». E risulta tutt’altro che scontata guardandosi attorno.

Da gennaio del 2023 si passerà a un piccolo aumento: l’ingresso alla piscina standard costerà 7 euro e 50, rispetto ai 6 attuali.

Poi c’è la questione delle docce. «Purtroppo, ormai siamo troppo viziati. Non sopportiamo più neppure la più piccola rinuncia, ma dobbiamo renderci conto che siamo in un’economia di guerra. Per il 2023 prevediamo di spendere circa 9 milioni di euro per gas ed energia, ovvero il doppio di quest’anno», ci aveva riferito il sindaco Renzo Caramaschi. Docce che in verità continuano ad essere aperte in tutte le società sportive fino a comunicazione contraria. Ma anche qui Andriollo non smentisce la possibilità di modifiche in corso d’opera, come è accaduto per l’acqua delle vasche e per la temperatura dei palloni nel tennis: «Non creiamo allarmi, le docce sono aperte», continua l’assessore, «Piuttosto si potrebbe applicare una diminuzione dei gradi. Solo l’esito delle bollette autunnali risponderà al quesito. In ogni caso dobbiamo stare attenti, perché i costi variano, serve adattarsi al brutto periodo che stiamo vivendo». La chiusura delle docce è un’ipotesi al momento sventata. Le società erano insorte a fine settembre, quando la misura, che fa parte del pacchetto di provvedimenti di razionamento acqua calda e luce, sarebbe dovuta entrare in vigore. I tagli sono già stati presi in consegna altrove, dagli uffici comunali agli impianti sportivi, dalle piscine ai matrimoni, dall’illuminazione di monumenti fino alle luminarie natalizie. La certezza è che certezze non ce ne sono di questi tempi. ALI. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.













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