Sanità

Bolzano, a 87 anni costretto a stare ore al Pronto soccorso

La denuncia del figlio: «Mio padre, entrato con codice verde rimasto in barella per 7 ore. Farò anche un esposto in Procura». Bertoli (Asl): «Lavoriamo per potenziare l’ambulatorio dedicato ma ci manca personale». Ortopedia chiude letti 


Valeria Frangipane


BOLZANO. «Quello che è successo a mio padre anziano, malato di demenza, entrato alcuni giorni fa al Pronto soccorso del San Maurizio con codice verde e lasciato in barella per sette ore senza assistenza, è scandaloso. Farò un esposto alla Procura». Si leva alta la protesta di un lettore dell’Alto Adige che parla di situazione imbarazzante che sintetizziamo.

Pierpaolo Bertoli - direttore del Comprensorio di Bolzano - dice che l’ospedale lavora per potenziare l’ambulatorio dei codici verdi: «Serve più personale per le urgenze intermedie. E per evitare che gli anziani stiano ore in barella vanno attivati i letti per l’Osservazione breve intensiva (Obi)».

«Mio padre, 87 anni - racconta il nostro lettore - è stato trasportato in ambulanza al Pronto soccorso perchè non riusciva più a reggersi in piedi, non teneva gli occhi aperti e continuava a cadere. É affetto da patologie conclamate, demenza senile molto grave (è stato più volte ricoverato alla Memory Clinic), è invalido al 100% ed ha gravi problemi cardiaci (operato più volte), soffre inoltre di incontinenza urinaria e fecale.

Sette ore trascorse disteso, adagiato su di un lettino, affetto da “acatisia “ (patologia da collegarsi alla demenza ) completamente “bagnato” con addosso un pannolone della misura sbagliata. Sette ore senza che nessuno ci desse una mano, per effettuare tre esami in codice verde.

Alla fine è stato dimesso con una infezione alle vie urinarie e con una richiesta di pagamento della Croce Rossa per il ritorno a casa. Il giorno dopo però è peggiorato, abbiamo dovuto richiamare l’ambulanza per un nuovo viaggio all’ospedale. Mi sono confrontato con il personale della Memory Clinic che mi ha assicurato il ricovero, ma stavolta senza passare dal Pronto soccorso. E papà ha aspettato altre 7 ore».

Bertoli dice che il caso descritto è emblematico di una situazione di difficoltà dei Servizi. «Sebbene ogni segnalazione richieda una analisi puntuale dei fatti accaduti, con una certa frequenza le persone riferiscono di attese apparentemente non giustificate. A parte la carenza di posti letto degli ospedali, gli organici del Pronto soccorso necessitano di più personale.

L’Azienda ha in corso diverse iniziative per migliorare la situazione ma la domanda di prestazioni resta al momento molto difficile da gestire. Non vogliamo che gli anziani passino ore in barella o su un lettino, e vogliamo potenziare le modalità di accoglienza per i codici verdi ma ci serve più personale anche per le urgenze intermedie. Ed il personale purtroppo tra Covid, malattie, ferie, sospensioni e carenza fisiologica, continua a scarseggiare in tutti i reparti. Ci stiamo muovendo anche per attivare alcuni letti per l’Osservazione breve intensiva. In sostanza il paziente in carico al Pronto soccorso viene “ricoverato” finchè è in attesa e sorvegliato, non aspetta in barella». Ma mancano soprattutto infermieri. «Già ridotti i letti in diversi reparti». Medicina, Geriatria, Gastroenterologia e ora tocca a Ortopedia.













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